Gabrielle Segal, Chant XVIII (Ita -Fr – Eng – Esp)

Pablo Picasso, L’amicizia, 1908

Canto XVIII

poggiare teneramente il capo contro la spalla utopica
dell’ultima amica
rendere il suo viso come i volti
che ti hanno fatto bene
le sue labbra come le labbra che ti hanno veramente baciato
che hanno lasciato passare le parole necessariamente dure
i suoi occhi come gli occhi che ti hanno veramente guardato
che non hanno avuto paura di te
che hanno osato voltarti le spalle bruscamente
o soffermarti su vite diverse dalla tua

poggiare teneramente la testa contro il petto utopico
dell’ultima amica
modellare i suoi seni con il peso delle foglie di antichi alberi bronchiali
ascoltare senza angoscia il suo respiro caduco

poggiare teneramente il capo sul cuore utopico
dell’ultima amica
ascoltarlo che batte al ritmo delle sue parole
bambina nuotavo il più lontano possibile dalla riva
e dal largo osservavo
le donne della duna invecchiare
invecchiare e diventare sabbia

(Il solo modo di superare l’eternità
per riposarsi finalmente)

traduzioni di marcello comitini dal blog di Segal Gabrielle

Chant XVIII

poser ta tête tendrement contre l’utopique épaule
de la dernière amie
fabriquer son visage comme les visages
qui t’ont fait du bien
ses lèvres comme les lèvres qui t’ont embrassée véritablement
qui ont laissé passer les mots durs nécessaires
ses yeux comme les yeux qui t’ont regardée véritablement
qui n’ont pas eu peur de toi
qui osaient se détourner brusquement
ou s’attarder sur d’autres vies que la tienne

poser ta tête tendrement contre l’utopique poitrine
de la dernière amie
modeler ses seins avec le poids des feuilles d’anciens arbres bronchiques
écouter sans angoisse sa respiration caduque

poser ta tête tendrement sur l’utopique cœur
de la dernière amie
entendre celui-là battre au rythme de ses paroles
gamine je nageais aussi loin que possible de la côte
et du large j’observais
les femmes de la dune vieillir
vieillir et devenir sable

(Il s’agit de vaincre l’éternité
pour enfin se reposer) 

Canto XVIII

to lean the head tenderly against the utopian shoulder
of the last friend
to make her face like faces
that have done you good
her lips like the lips that really kissed you
who let the necessarily hard words pass
her eyes like the eyes that really looked at you
who weren’t afraid of you
who dared to turn their backs on you abruptly
or dwell on lives other than yours

to lean the head tenderly against the utopian chest
of the last friend
to mold her breasts with the weight of the leaves of ancient bronchial trees
to listen without anguish to her fleeting breath

to lean tenderly the head on the utopian heart
of the last friend
to listen to him beating to the rhythm of his words
little girl I swam as far from the shore as possible
and I observed from the sea
the women of the dune grow old
grow old and become sand

(It’s about overcoming eternity
to finally rest)

Canto XVIII

apoyar tiernamente la cabeza contra el hombro utópico
de la última amiga
hacer su cara como caras
que te han hecho bien
sus labios como los labios que de verdad te besaron
que dejan pasar las palabras necesariamente duras
sus ojos como los ojos que de verdad te miraban
quien no te tuvo miedo
que se atrevió a darte la espalda abruptamente
o morar en vidas ajenas a la tuya

apoyar tiernamente la cabeza contra el pecho utópico
de al última amiga
modelando sus senos con el peso de las hojas de los árboles bronquiales milenarios
escuchar sin angustia su aliento fugaz

apoyar tiernamente la cabeza en el corazón utópico
del último amigo
escúchalo latiendo al ritmo de sus palabras
niña, nadé lo más lejos posible de la orilla
y observé desde el mar
las mujeres de la duna envejecer
envejecer y convertirse en arena

(Se trata de superar la eternidad
para finalmente descansar)

33 pensieri su “Gabrielle Segal, Chant XVIII (Ita -Fr – Eng – Esp)

  1. Pingback: Gabrielle Segal, Chant XVIII (Ita -Fr – Eng – Esp) – TYT

  2. Davvero splendida❣❣❣ Tradurre delle poesie non credo sia proprio una passeggiata, fare combinare i versi, la musicalità e alle volte le rime, mantenendo il senso della stessa poesia, penso sia piuttosto complesso sicuramente più del tradurre un qualsiasi altro scritto e tu in questo caso sei riuscito molto bene🥀🥀🥀. Bravissimo 👏👏👏

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    • Grazie di questa riflessione, cara Giusy🙏🌹 . Hai perfettamente ragione per quanto riguarda le difficoltà del tradurre. Non starò ad annoiarti con le varie interpretazioni di questa attività (tradimento dell’originale, rifacimento, ecc. ecc.). Ti dico soltanto che conosco le difficoltà perché ho tradotto decine di autori, fra cui “I fiori del male” di Baudelaire, e so bene cosa significhi entrare nell’animo di un poeta e tentare di renderla accessibile a chi non conosce la lingua dell’autore. Con le mie parole mi sforzo di riprodurre le sensazioni che accendevano l’animo del poeta mentre viveva quel che scriveva.
      Da come le mie traduzioni sono accolte devo presumere che il mio tentativo sia in gran parte andato a buon fine.
      E mentre ancora ti ringrazio per le tue riflessioni, fuori dal comune, ti auguro una buona domenica🌹

      Piace a 2 people

      • Grazie della tua risposta e, personalmente ritengo che tu e Luisa Zambrotta siete bravissimi nel tradurre versi, alla grande riuscite a esprimere appieno il dire del ,poeta da voi scelto. Scusami se in questo commento menziono anche Luisa, in primis perchè entrambii come traduttori anche di poesie vi conosco direttamente, senza contare poi che sono a conoscenza del legame di reciproca amicizia e rispetto che vi lega, soltanto per questi motivi mi sono permessa di nominarla in un commento che ti riguarda. Buon proseguimento di domenica a te 🥀

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      • Cara, Giusy 🌹, innanzi tutto scusa il ritardo con cui ti rispondo. Grazie sempre per la tua stima da cui mi sento circondato a 360 gradi. Che tu nomini Luisa Zambrotta non può che farmi piacere, perché nello scrivere (versi o meno) dimostra di essere una persona seria, che non scrive tanto per dire ci sono anch’io, che è una cosa che mi fa rivoltare lo stomaco, come i tanti e le tante che si credono poeti e poetesse solo perché mettono a capo ciò che scrivono. Parlano di dolore senza neppure sapere di cosa stanno parlando.
        Scusa lo sfogo (già altri mi hanno accusato di essere superbo), ma non posso fare a meno di ribadire il mio concetto di “fare poesia”.
        Buona giornata, cara Giusy 🌹

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      • Tranquillo nessun problema sia per la risposta e per lo sfogo più che mai giustificato dire poichè, anch’io ho notato in diversi autori le stesse impressioni che menzioni tu. E poi lo sai vero che in jm troverai sempre un’amica con la quale parlare, sfogarti etc? 😉 Io arrivo sempre sul tardi per cui, buon pomeriggio 😊

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