Sul molo (Ita – Fr – Eng – Esp)

DigitalArt di Marcello Comitini

Giallo rosso blu e nero sono nei cieli
alti e bassi della vita
e nelle barche che ondeggiano legate al molo.
Vi passeggiano donne belle e amanti
tenendosi per mano si baciano nel vento
si perdono nell’orizzonte lontano.
A riparo dalla tempesta i colori si scrostano
dai fianchi mostrano il legno levigato e liso
dallo strusciare delle reti e dalla fiamma del sole.
Un pescatore dorme sul fondo della barca
cullato dagli sciabordii che lo spingono e lo scuotono.
Ha terminato l’umile rapina
di alghe più che di pesci.
Emergono dal folto delle sopracciglia
le palpebre gonfie come barche capovolte,
tutto il suo passato dorme nell’orecchio
come in una valle lontana. Vi passeggiano
ombre di donne belle e amanti
si baciano. Nel cuore sepolto dal sonno
il male antico goccia essenze divine dalle dita
della sua donna in attesa sul molo
misteriosamente avvolta nell’abito bianco.
Un sorriso amaro dipinge le labbra,
del pescatore nel sonno.


Sur le quai

Jaune rouge bleu et noir sont dans le ciel
les hauts et les bas de la vie
et dans les bateaux oscillants attachés au quai.
De belles femmes et amants s’y promènent
main dans la main s’embrassant dans le vent
se perdant dans l’horizon lointain.
A l’abri de l’orage, les couleurs pèlent
des côtés, ils montrent le bois lisse et usé
du frottement des filets et de la flamme du soleil.
Un pêcheur dort au fond du bateau
bercé par les clapotis qui le poussent et le secouent.
Il a fini l’humble braquage
plus d’algues que de poissons.
Ils émergent de l’épaisseur des sourcils
paupières gonflées comme des bateaux chavirés,
tout le passé dort dans son oreille
comme dans une vallée lointaine. Ils y marchent
ombres de belles femmes et amants
s’embrassant. Dans le coeur enseveli par le sommeil
l’ancien mal laisse tomber des essences divines des doigts
de la femme l’attendan sur le quai
mystérieusement enveloppée dans une robe blanche.
Un sourire amer peint les lèvres,
du pêcheur dans son sommeil.


On the dock

Yellow red blue and black are in the skies
ups and downs of life
and in the swaying boats tied to the dock.
Beautiful women and lovers walk there
holding hands they kiss in the wind
they are lost in the distant horizon.
Sheltered from the storm, the colors are peeling
from the sides show the smooth wood and worn out
from the rubbing of the nets and the flame of the sun.
A fisherman sleeps on the bottom of the boat
rocked by the lappings that push and shake it.
He has finished the humble robbery
more of algae than of fish.
They emerge from the thick of the eyebrows
swollen eyelids like capsized boats,
his whole past sleeps in his ear
as in a distant valley. They walk there
shadows of beautiful women and lovers
they kiss. In the heart buried by sleep
the ancient evil drop divine essences from the fingers
of the woman waiting him on the pier
mysteriously wrapped in a white dress.
A bitter smile paints the lips,
of the fisherman in his sleep.


En el muelle

Amarillo rojo azul y negro están en los cielos
altos y bajos de la vida.
y en los botes, que se balancean, amarrados al muelle.
Hermosas mujeres caminan allì, y los amantes
tomados de la mano se besan en el viento,
se pierden en el horizonte lejano.
Al abrigo de la tormenta, los colores se están pelando
de los lados muestran la madera alisada y desgastada
por el roce de las redes y la llama del sol.
Un pescador duerme en el fondo del bote.
mecido por los lapeados que lo empujan y lo sacuden.
Ha terminado el humilde robo
de algas en lugar de peces.
Se muestran del grueso de las cejas
párpados hinchados como barcos volcados,
todo su pasado duerme en la oreja
como en un valle lejano. Caminan allí
sombras de mujeres hermosas y amantes
se besan. En el corazón enterrado por el sueño
el antiguo mal deja caer esencias divinas de los dedos
de la mujer esperando en el muelle
misteriosamente envuelta en el vestido blanco.
Una sonrisa amarga pinta los labios
del pescador en el sueño.

Danzare con l’angelo (Carla Fracci)

Carla Fracci, “Il Lago dei cigni”, 1974

Così giunge l’angelo con le ali di velluto
t’invita ad abbandonarti tra le sue braccia
e intorno ai tuoi fianchi posa
le mani inguantate di morbido piombo.
Lo guardi come colei che nella danza
non vede che l’armonia delle membra.
Gli dici scioglimi dalla mia veste di seta
voglio entrare come la nebbia al tramonto
nelle tue carni diafane.
Per lasciarti entrare – lui ti risponde –
ho bisogno della tua anima mortale.
Squarci il tuo petto e gli porgi il tuo cuore
come una rosa grondante rugiada
strappata dal ramo.
Tra le sue mani cadono i petali
degli anni e dei giorni.
Ma il tuo sorriso di ragazza rimane
stella accesa sullo stelo morente.
Le braccia dell’angelo ti portano in alto
come il cigno
che solca l’acqua azzurra in silenzio.

La verità (Ita – Fr – Eng – Esp)

DigitalArt di Marcello Comitini

Fumo il mio sigaro
come l’asfissiato
al bocchettone dell’ossigeno.
Nell’azzurrognolo che sale
alla finestra vedo allungarsi
la maschera decrepita
d’una vecchia impenetrabile.
Lo sguardo volto all’indietro
le mani aperte in avanti
ad afferrare l’eternità.
Fuggo, abbandono
l’Io perseguitato
dalle burrascose emozioni
e mi rifugio tra le braccia
fiorite della mia poltrona
come nel calice profondo
della rosa e al centro quiete.
Mi chiedo come potrebbe
essere il domani, quale
fantasticare il futuro che non sia
menzogna e inganno
Sale dal suo tepore il desiderio
che ancora una volta possa tornare
il fiore unico e ineffabile della verità
che dona sapore alla vita
e distilla nell’anima
verso dopo verso
il poema del silenzio.

La vérité

Je fume mon cigare
comme l’asphyxié
à la buse d’oxygène.
Dans le bleuâtre qui monte
à la fenêtre je vois s’étirer
le masque décrépit
d’une vieille femme impénétrable.
Le regard en arrière
mains ouvertes en avant
pour saisir l’éternité.
Je fuis, j’abandonne
l’ego persécuté
par ces émotions orageuses
et je me réfugie dans les bras
fleuris de mon fauteuil
comme dans le calice profond
de la rose et au centre le calme.
Je me demande comment ça pourrait
être le demain, quel
rêver l’avenir qui n’soit pas
tromperie et mensonges
De sa chaleur le désir monte
qu’ encore une fois il peut revenir
la fleur unique et ineffable de la vérité
qui donne du goût à la vie
et distille dans l’âme
vers après vers
le poème du silence.


The truth

I smoke my cigar
like the asphyxiated
to the oxygen filler.
In the light blue that rises
at the window I see stretching
the decrepit mask
of an impenetrable old woman.
The look backwards
hands open forward
to grasp eternity.
I flee, I abandon
the persecuted ego
by stormy emotions
and I take refuge in the flowery
arms of my armchair
as in the deep chalice
of the rose and in the center the quiet.
I wonder how it could
be tomorrow, what to fantasize
about the future that is not
lie and deceit
From its warmth the desire rises
that once again can return
the unique and ineffable flower of truth
that gives flavor to life
and distills in the soul
verse after verse
the poem of silence.

La verdad

Fumo mi puro
como el asfixiado
a la boquilla de oxígeno.
En el azul que se eleva
en la ventana veo estirarse
la máscara decrépita
de una anciana impenetrable.
La mirada hacia atrás
manos abiertas hacia adelante
para captar la eternidad.
Yo huyo, abandono
el ego perseguido
por emociones tormentosas
y me refugio en los brazos
floridos de mi sillón
como en el cáliz profundo
de la rosa y en el centro la tranquilidad.
Me pregunto cómo podría
ser el mañana, que
fantasear sobre el futuro que no es
mentira y engaño
De su calor el deseo surge
que una vez mas puede volver
la flor única e inefable de la verdad
que da sabor a la vida
y destila en el alma
verso tras verso
el poema del silencio.

Siamo bocca

La bocca della verità a Roma

Parliamo assaggiamo divoriamo e baciamo.
Siamo bocca. E qualche gesto d’amore.
Dimentichiamo il nostro essere contraddittori
e a occhi chiusi pensiamo di possedere
il solo grande cuore
che palpita al centro della natura.
L’unità della sua armonia c’incanta.
Ma anche la natura è spalancata a divorare.
È per noi inaccettabile sentire il suo dolore.
Quando inatteso irrompe in noi ci accorgiamo
che il suo centro batte diviso
in tanti brevi battiti.
Siamo allora occhi volti e metamorfosi.

Storia di un giorno – Louise Glück

Questa è la penultima poesia della raccolta “Notte fedele e virtuosa” del Premio Nobel 2020 Louise Glück, nella mia traduzione. La cara amica Titti de Luca mi ha dato l’onore di pubblicarla in anticipo sul proprio blog “Poesia in rete” che vi invito a visitare perché è uno dei pochi blog che pubblica poesie di elevata qualità.

Poesia in rete

Immagine dal web

1.

Sono stata svegliata stamattina come al solito
dalle sottili lame di luce che passano attraverso le persiane
cosicché il mio primo pensiero fu che la natura della luce
era incompletezza —

Immaginavo la luce così com’era prima che le persiane la fermassero —
quanto frustrata dovesse essere, come una mente
offuscata da troppe droghe.

2.

Mi sono ritrovata subito
al mio tavolo angusto; alla mia destra,
i resti di un piccolo pasto.

Il linguaggio mi riempiva la testa, euforia selvaggia
alternata a profonda disperazione —

Ma se l’essenza del tempo è il cambiamento,
come può qualcosa diventare niente?
Questa è stata la domanda che mi sono posta.

3.

Per tutta la notte rimasi seduta al mio tavolo a meditare
finché la mia testa si fece così pesante e vuota
che sono stata costretta a sdraiarmi.
Ma non mi sono sdraiata. Invece, ho appoggiato la testa…

View original post 594 altre parole

Fine primavera (II) (Ita – Fr – Eng – Esp)

DigitalArt di Marcello Comitini

a Bruno Navoni
bloggers

Sta per finire la primavera e ad ogni tramonto
il sole tinge di un rosso profondo il cielo
se ne impossessa.
Noi sul divano sentiamo la sua fiamma
distendersi accanto. Fuori dalla finestra
il grigio offusca la città. Sotto le lenzuola dell’alba
il tuo corpo irrequieto ha la tenerezza
della colomba sull’orlo di un cornicione
che gira su se stessa
e attende timorosa il falco che vola in alto
proietta l’ ombra delle ali sui tuoi seni.
Dormiamo un po’. Parliamo.
Facciamo la lista delle cose da non fare.
Mi dici che manca qualcosa. Aggiungo la rabbia
E tu la sfiducia in me. Hai paura che non ti ami.
Taccio. Poi, tu pretendi troppo da te stessa.
La finestra è avvampata di rosso. Dormiamo.
Sotto le lenzuola i nostri corpi sono
ancora più caldi di questo tramonto e le tue labbra
bruciano come le stelle che si tuffano tra le onde.
Dalla polpa matura del frutto che stilla latte
le mie labbra succhiano. Tu gemi
dici “fermati”. Il sole si tinge di rosso
e sprofonda nell’abisso dell’orizzonte. La primavera
è già finita, tu dici “così muoio”.


Fin du printemps.

Le printemps va se terminer et à chaque crépuscule
le soleil teinte le ciel d’un rouge profond
en prend possession.
Nous sur le canapé sentons sa flamme
s’allonger à côté. Hors de la fenêtre
le gris terne la ville. Sous les draps de l’aube
ton corps inquiet a la tendresse
de la colombe au bord d’une corniche
qui tourne sur elle-même
et attend timorée le faucon qui vole haut
jette l’ombre de ses ailes sur tes seins.
Nous dormons un peu. Nous parlons.
Nous faisons la liste des choses à ne pas faire.
Tu me dit qu’il manque quelque chose. J’ajoute la colère
Et toi la confiance en moi. Tu as peur que je ne t’aime pas.
Je me tais. Ensuite, tu exiges trop de toi-même.
La fenêtre s’enflamme de rouge. Nous dormons.
Sous les draps nos corps sont
encore plus chaud que ce coucher de soleil et tes lèvres
brûlent comme les étoiles plongeant dans les vagues.
De la pulpe mûre du fruit qui goutte de lait
mes lèvres sucent. Tu gémis
tu dis “arrête-toi”. Le soleil se teint de rouge
et s’enfonce dans l’abîme de l’horizon. Le printemps
c’est déjà fini, tu dis “comme ça je meurs”.



End of Spring

Spring is about to end and at every sunset
the sun tinges the sky a deep red
takes possession of it.
We on the sofa feel its flame
lie down beside. Outside the window
gray blurs the city. Under the sheets of dawn
your restless body has the tenderness
of the dove on the edge of a ledge
that turns on itself
and waits fearfully for the hawk that flies high
casts the shadow of its wings on your breasts.
Let’s get some sleep. Let’s talk.
Let’s make the list of things not to do.
You tell me that something is missing. I add the anger
And you, distrust me. You are afraid that you don’t love yourself.
I am silent. Then, you demand too much of yourself.
The window is flushed with red. Let’s sleep.
Under the sheets our bodies are
even warmer than this sunset and your lips
they burn like stars plunging into the waves.
From the ripe pulp of the fruit that drips milk
my lips suck. You groan
you say “let’s stop”. The sun turns red
and sinks into the abyss of the horizon. Spring
it’s already over, you say “so I die”.



Finales de la primavera

La primavera se acaba y con cada atardecer
el sol tiñe el cielo de un rojo intenso,
se apodera de él.
Nosotros en el sofá sentimos su llama
acostarse al lado. Afuera de la ventana
el gris difumina la ciudad. Bajo las sábanas del amanecer
tu cuerpo inquieto tiene ternura
de la paloma al borde de una repisa
que gira sobre sí misma
y espera con miedo el halcón que vuela alto
proyecta la sombra de sus alas sobre tus pechos.
Dormimos un poco. Hablemos.
Hagamos la lista de cosas que no debemos hacer.
Me dices que falta algo. Yo agrego la rabia
Y tú, la desconfianza en mí. Tienes miedo de que no te ame.
Me callo. Entonces, te exiges demasiado da ti misma.
La ventana está enrojecida. Dormimos.
Debajo de las sábanas nuestros cuerpos están
aún más cálientes que esta puesta de sol y tus labios
arden como las estrellas que se sumergen en las olas.
De la pulpa madura de la fruta que gotea leche.
mis labios chupan. Te quejas
dices “parar ti”. El sol se pone rojo
y se hunde en el abismo del horizonte. Primavera
ya se acabó, dices “así me muero”.

Luigi Maria Corsanico legge “Il presente come passato”

In metropolitana, digitalArt di Marcello Comitini

Tra la piccola folla chiusa nella vettura della metropolitana, tre ragazze truccate e ben pettinate parlano tra loro delle serate al pub, e una donna anziana le ascolta e pensa al suo vissuto. È un mettere a confronto due generazioni, con le gioie, i dolori e le disillusioni che apparentemente sembrano distanti tra loro, ma confluiscono tutti nella contraddizione che la vita ci impone e nella malinconia di quel che si gode e si perde durante il vissuto.
Questo è ciò che narra la sempre emozionante voce dell’amico fraterno Luigi Maria Corsanico, che ringrazio dal profondo del cuore. ❤

Luigi Maria Corsanico legge “Grido ai futuri secoli”

Scultura sommersa di James deCaires Taylor

Luigi ha messo in “scena”, con toni ineccepibili, un’ottima interpretazione di questi versi. Ascoltando mi sono chiesto se ciò che ho scritto è poesia o riflessioni su quel dramma che ha modificato il nostro modo di considerare l’altro. Qualunque cosa io abbia scritto, Luigi l’ha trasformata in una interpretazione densa di rimandi, non solo per le parole e la voce che le esalta, ma anche per le immagini che scorrono sul video. La scelta del grigio e del bianco soffuso, ha un potere evocatorio inimmaginabile. Fa vedere con chiarezza ciò che sembra celare. E il rosso, che appare inatteso, lega tra loro le immagini accese nella mente, le parole e la voce, facendo apparire nitidi i fantasmi che brulicano nel cervello di chi ascolta (sempre che l’ascoltatore – considerati i tempi che viviamo – ci metta il cervello). Tanta è la potenza che sgorga dalla voce di Luigi.

Danila Boggiano, Frida Kahlo (Ita – Fr – Eng – Esp)

Frida Kahlo

Lo decisi una notte
che più forte premeva il ferro
contro il mio seno
o fu una promessa strappata alla luna,
di fiori avrei coperto le mie ferite
e lasciato scorrere il sangue
sulla tela appesa
tra lo specchio e lo sguardo,
così distesa nella mia bara
mi guardavo morire
e dolce appariva il profumo dell’erba
che vedevo spuntare
ai piedi della mia croce.

– – – – Fr

Je l’ai décidé une nuit
que le fer pressait plus fort
contre ma poitrine
ou c’était une promesse arrachée à la lune,
de fleurs j’aurais couvert mes blessures
et laissé le sang couler
sur la toile suspendue
entre le miroir et le regard,
allongée comme ça dans mon cercueil
je me regardait mourir
et l’odeur de l’herbe paraissait douce
que je voyais pousser
au pied de ma croix.

– – – – Eng

I decided it one night
who pressed the iron harder
against my breast
or was it a promise snatched from the moon,
I would have covered my wounds with flowers
and let the blood flow
on the hanging canvas
between the mirror and the gaze,
so tired
lying in my coffin
I watched myself die
and the scent of the grass appeared sweet
that I saw sprouting
at the foot of my cross.

– – – – Esp

Lo decidí una noche
quien apretó el hierro más fuerte
contra mi pecho
o fue una promesa arrebatada a la luna,
Hubiera cubierto mis heridas con flores
y deja que la sangre fluya
en el lienzo colgante
entre el espejo y la mirada,
Tan cansado
acostado en mi ataúd
Me vi morir
y el olor de la hierba parecía dulce
que vi brotar
al pie de mi cruz.

Il presente come passato (Ita – Fr – Eng – Esp)

DigitalArt di Marcello Comitini

Con il viso pensieroso e gli occhi lucidi
trascina le carrozze cariche di tristezze e rimpianti.
Fuori dal buio della galleria appaiono
mura e case vestite di luce.
Danzano, si allontanano svaniscono
dietro le quinte dei finestrini.
Il guidatore dietro i vetri guarda
le linee parallele dei binari
immobili verso l’infinito giorno.
Nelle carrozze prigionieri tacciono
come nuvole in attesa della tempesta.
Un uomo appoggiato al palo di ferro
in cui scorre la linfa rabbrividita e vibrante
dal pavimento al soffitto, legge distratto.
Non pensa. Non vede.
L’orecchio teso a ogni sosta attende
il suono liberatorio delle porte dove scenderà.
Alle sue spalle due ragazze in piedi
dalle labbra rosse come fiamme lucenti
parlano e ridono con l’amica. Gli incontri
al pub la sera prima, le ore piccole
che pizzicano gli occhi come effervescenze
che salgono dai bicchieri,
la luna che si specchia sul fiume
i jeans e la camicetta appena schiusa sui seni,
i capelli pettinati con cura,
il balsamo provato per la prima volta
che li ha resi incredibilmente morbidi
e poi tra i capelli le sue mani desiderose
– i loro occhi si accendono –
quello stupido che me li ha spettinati.
Una vecchia ascolta come una bambina
che sente i compagni sussurrarle all’orecchio
di giocare con loro. Sorride alle ragazze
e dei suoi ricordi. Anche lei con il suo amante rideva
e continuava il sorriso nella piccola stanza
a pagamento tra le braccia di lui.
Poi quell’altro e le nozze con l’abito bianco
i figli e il dovere.
Le è rimasto il sorriso e la libertà
di smarrirsi nella malinconia.
Ma solo per i morti e i figli fuggiti
in cerca – ne è certa –
di motivi per ricordare, come le tre ragazze
che ridono del presente come passato.

Le présent comme passé

Avec le visage pensif et les yeux brillants
Il traîne les voitures pleines de tristesse et de regret.
Hors de l’obscurité de la galerie ils apparaissent
murs et maisons habillés de lumière.
Ils dansent, ils s’en vont ils disparaissent
dans les coulisses des fenêtres.
Le conducteur regarde derrière les fenêtres
les lignes parallèles des voies
immobiles vers le jour infini.
Dans les voitures les gens se taisent
comme des nuages prisonnières attendant la tempête
Un homme appuyé contre le poteau de fer
dans lequel coule la lymphe frissonnante et vibrante
du sol au plafond, il lit distraitement.
Il ne pense pas. Il ne voit pas.
L’oreille tendue à chaque arrêt attend
le son libérateur des portes où il descendra.
Derrière lui deux filles debout
lèvres rouges comme des flammes vives
parlent et rient avec leur amie. Les rencontres
au pub la veille les petites heures
qui pincent les yeux comme l’effervescence
qui montent des verres,
a lune se reflétant sur la rivière
le jean et le chemisier juste éclos sur les seins,
les cheveux peignés avec soin,
le baume essayé pour la première fois
qui les a rendus incroyablement doux
puis dans ses cheveux ses mains avides
– leurs yeux s’illuminent –
le bête qui me les a ébouriffés.
Une vieille femme écoute comme une enfante
qui entend ses compagnons lui chuchoter à l’oreille
de jouer avec eux. Elle sourit aux filles
et de ses souvenirs. Elle aussi a ri avec son amant
et a continué le souri dans la petite pièce
payant dans ses bras.
Puis l’autre et le mariage avec la robe blanche
les enfants et le devoir.
Le sourire et la liberté sont restés à elle
de se perdre dans la mélancolie.
Mais seulement pour les morts et les enfants évadés
à la recherche – elle en est sûre –
de raisons de se souvenir, comme les trois filles
qui se moquent du présent comme passé.

The present as past

With a thoughtful face and shining eyes
drags the carriages full of sadness and regret.
Out of the darkness of the gallery they appear
walls and houses clothed in light.
They dance, they go away they vanish
behind the scenes of the windows.
The driver looks behind the windows
the parallel lines of the tracks
motionless towards the infinite day.
In the prison carriages they are silent
like clouds waiting for the storm
A man leaning against the iron post
in which the shivering and vibrating lymph flows
from floor to ceiling, he reads absently.
He doesn’t think. He does not see.
The ear strained at each stop waits
the liberating sound of the doors where he will descend.
Behind him two girls standing
with red lips like bright flames
they talk and laugh with their friend. The meetings
at the pub the night before, the wee hours
that pinch the eyes like effervescences
that rise from the glasses,
the moon reflecting on the river
the jeans and the blouse just hatched on the breasts,
hair combed with care,
the balm tried for the first time
that made them incredibly soft
and then in his hair his eager hands
– their eyes light up –
the fool who disheveled them for me.
An old woman listens like a child
that she hears her companions whispering in her ear
to play with them. He smiles at the girls
and memories of her. She too laughed with her lover
and she continued the smile in the small room
for a fee in his arms.
Then the other one and the wedding with the white dress
children and duty.
She has remained the smile and the freedom
to get lost in melancholy.
But only for the dead and the escaped children
in search – she is sure –
of reasons to remember, like the three girls
who laugh at the present as past.

El presente como pasado

Con rostro pensativo y ojos brillantes
arrastra los carruajes llenos de tristeza y pesar.
De la oscuridad de la galería aparecen
paredes y casas vestidas de luz.
Bailan, se van, se desvanecen
detrás de las escenas de las ventanas.
El conductor mira detrás de las ventanas
las líneas paralelas de las vías
inmóvil hacia el día infinito.
En los carruajes de la prisión callan
como nubes esperando la tormenta
Un hombre apoyado contra el poste de hierro.
en el que fluye la linfa temblorosa y vibrante
del suelo al techo, lee distraídamente.
No piensa. No ve.
El oído tenso en cada parada espera
el sonido liberador de las puertas por donde descenderá.
Detrás de él dos chicas de pie
con labios rojos como llamas brillantes
hablan y ríen con su amigo. Las reuniones
en el pub la noche anterior, hasta la madrugada
que pellizcan los ojos como efervescencia
que se levantan de las copas,
la luna reflejada en el río
los jeans y la blusa recién tramados en los pechos,
tu cabello peinado con mimo,
el bálsamo probado por primera vez
lo que los hizo increíblemente suaves
y luego en su cabello sus manos ansiosas
– sus ojos se iluminan –
el tonto que me las despeinó.
Una anciana escucha como un niño
que escucha a sus compañeras susurrarle al oído
para jugar con ellos. Les sonríe a las chicas
y sus recuerdos. Ella también se rió con su amante
y la sonrisa continuaba en el cuartito
pagado en sus brazos.
Luego el otro y la boda con el vestido blanco
hijos y deber.
La sonrisa y la libertad quedaron
perderse en la melancolía.
Pero solo por los muertos y los niños fugitivos
en busca – ella está segura –
de razones para recordar, como las tres chicas
que se ríen del presente como pasado.