Mentre giravo l’ultima pagina, dopo molte notti, un’ondata di dolore mi avvolse. Dove erano finiti tutti, persone che sembravano così reali? Per distrarmi, uscii nella notte; istintivamente, ho acceso una sigaretta. Nel buio, la sigaretta brillava, come un fuoco acceso da un sopravvissuto. Ma chi avrebbe visto questa luce, questo puntino tra le infinite stelle? Rimasi per un po’ al buio, la sigaretta che brillava e diventava sempre più piccola, a ogni boccata mi distruggeva pazientemente. Quanto era piccola, quanto breve. Breve, breve, ma dentro di me adesso, cosa che le stelle non potrebbero mai essere.
Louise Glück, Faithful and Virtuous Night, Farrar, Straus and Giroux. 2014 traduzione di Marcello Comitini
Non è. Ma lei non lo sa. Il suo amarlo gli dona la vita. L’attrae la voce udita nella notte soave come il flauto d’Orfeo il suo collo muscoloso il suo maschio muoversi i fianchi duri, gli occhi luminosi come un prato madido di rugiada. Certo non esiste eppure lo ama. Ogni sera viene a trovarla come un sogno a lungo desiderato. Al tavolo coperto dalla tovaglia verde come i suoi occhi sorridenti seggono di fronte. Nessun cibo gli offre ma poi la notte gli fa spazio accanto a sé nel letto. Lo spazio luminoso lo rende reale, e lui lo colma con il suo corpo adorabile. Si guardano. Si avvicinano. Lui penetra in lei come l’immagine nello specchio.
Orphée
Il n’est pas. Mais elle ne sait pas. Son amout lui donne la vie. Ça l’attire la voix entendue dans la nuit doux comme la flûte d’Orphée son cou musclé ses mouvements masculins les hanches dures, les yeux brillants comme une prairie mouillée de rosée. Bien sûr, il n’existe pas et pourtant elle l’aime. Il vient lui rendre visite tous les soirs comme un long rêve désiré. A la table recouverte de la nappe verte comme ses yeux souriants ils s’assoient en face. elle ne lui offre aucune nourriture mais aprés, la nuit lui fait de la place à ses côtés dans le lit. L’espace lumineux le rend réel, et il le remplit de son beau corps. Ils se regardent. Ils se rapprochent. Il la pénètre comme l’image dans le miroir.
Orpheus
It is not. But she doesn’t know. Her loving him gives him life. It attracts her the voice heard in the night sweet as the flute of Orpheus his muscular neck his male gestures the hard hips, the bright eyes like a meadow wet with dew. Of course it doesn’t exist and yet she loves him. He comes to visit her every night like a long desired dream. At the table covered with the green tablecloth like his smiling eyes they sit opposite. No food offers him but then the night makes space for it at his side in the bed. The bright space makes it real, and he fills it with his lovely body. They look at eachother. They get closer. He penetrates in her like the image in the mirror.
Orfeo
No lo es. Pero ella no lo sabe. Su amor le da la vida. La atrae la voz escuchada en la noche dulce como la flauta de Orfeo su cuello musculoso su movimiento masculino las caderas duras, los ojos brillantes como un prado mojado de rocío. Claro, él no existe, pero ella lo ama. Viene a visitarla todas las noches como un sueño largamente deseado. En la mesa cubierta con el mantel verde como sus ojos sonrientes se sientan enfrente. No le ofrece comida pero luego la noche le deja espacio a su lado en la cama. El espacio brillante lo hace real y lo llena con su hermoso cuerpo. Se miran el uno al otro. Se acercan. El la penetra como la imagen en el espejo.
Crediamo di conoscere la natura quando l’alba ci commuove e il tramonto ci fa sognare o quando la donna al nostro fianco ci fissa con i suoi occhi intensi e c’invita a baciarla. Ma la dimentichiamo non appena ci accecano i raggi del sole, le tenebre della notte. Ci guardiamo intorno, vediamo la sagoma della nostra donna e non vediamo i suoi occhi né il piccolo fiore azzurro che spalanca la sua corolla con la caparbia di un gigante che distende le braccia per afferrare il sole. Il vento disturba lo scopo dei nostri gesti, la pioggia dilava ogni sentimento, gli spazi aperti ci appaiono vuoti, le strade affollate suscitano il nostro entusiasmo. Le facciate dei palazzi si mostrano come romantiche fantasie umane, e guardiamo luci e colori delle vetrine, dove scoviamo gli oggetti anche i più minuti. Ma non vediamo quel piccolo insetto che cerca la vita in un’aiuola asfittica. Abbiamo bisogno che qualcuno del mestiere ci faccia vedere come e cosa bisogna guardare, come amare, come vestirci, dove andare. Per guardare la natura abbiamo bisogno di colui che riprende al rallentatore la vita di quei piccoli esseri. Allora capiamo guardando sullo schermo l’immagine dell’ insetto che si arrampica lento sullo stelo, adesso enorme come un tronco gonfio di linfa, del fiore che sgroviglia i petali lentamente dal verde dei sepali e mostra il suo splendore come una donna radiosa che alza le coperte e scende dal letto mentre ceniamo o parliamo con chi ci sta accanto o al cellulare o semplicemente pensiamo ad altro. Abbiamo bisogno dell’influencer per capire, vivere e amare, per sentire che il mondo esiste e noi nel mondo.
Scompaiono lentamente dalle foreste animali incolpevoli e tenere piante. Gli alberi bruciano come i capelli dell’amata perseguitata dalle nostre voglie. Mani rapaci trasformano tutto in denaro e sovrabbondante cibo sulle nostre tavole che immancabilmente gettiamo nei rifiuti. Calpestiamo senza ascoltare il grido ogni giorno più debole degli innocenti piegando le spalle sotto il peso costante della necessità del vivere bene e adesso. Presto abbiamo imparato dalla natura che esiste in lei la crudeltà, dispensatrice di paure ma d’equilibrio anche tra deboli sempre più piccoli e i prepotenti predatori. Noi la coltiviamo nel nostro intimo più profondo come una perla mutata in arma per dominare. I nostri sono gridi di guerra che scagliamo contro coloro che pensiamo incapaci di soffrire e di condannare le crudeltà necessarie alle nostre paure. Potremmo vivere diversamente senza uccidere strappare tagliare assemblare materie che la terra a nostra insaputa custodisce da millenni? Non respiriamo il suo buio e alziamo lo sguardo al cielo traboccante d’astri per conquistarli. Tutto crediamo che ci appartenga e sia al servizio della nostra magnificenza. Così togliamo da sotto i nostri piedi il piedistallo di ferro e cemento che abbiamo creato con l’illusione d’essere animali superiori e felici.
Ancora una partecipata (e vibrante) interpretazione ad alta voce del fraterno amico Luigi.
Versi, che celano dietro l’Io il riferimento all’Uomo.
Una poesia, dai toni fortemente pessimistici, e quindi assai difficile da accettare se non da coloro che davvero conoscono l’essenza umana e sanno quanto sia fragile e provvisoria, seppur tenace nel dimenticare la propria finitezza.
Il Covid ha richiamato tutti a riflettere sulla stoltezza umana e il vaccino, che mi auguro presto lo sconfiggerà, sta cancellando questo richiamo.
Ma resta la fragilità di una creatura dotata di un’intelligenza tale da credere a una propria eternità, immaginaria quanto illusoria (a causa del peccato originale come afferma la Bibbia?).
Grazie sempre a Luigi della sua affettuosa partecipazione e diffusione del mio sentire.
Il ragazzo guarda i colori sereni del crepuscolo seduto davanti la lunga distesa delle onde. Vede la scia scura che la barca scorrendo silenziosa nel rosso del tramonto incide sulla superficie lucida dell’acqua. Sente che la pena lo affligge. Pensa che lo splendore dei colori non durerà per sempre. Ma la serenità e la pace lo quietano. L’unico suono viene dal bisbiglio sommesso delle onde che cancellano le proprie orme sulla sabbia. Cosa importa se mi ucciderà il dolore? Il sogno che mi sta di fronte è l’attimo che conta. Nel rabbuiarsi della sera non c’è più niente. Solo il ragazzo e la sua sorte.
Le moment
Le garçon regarde les couleurs sereines du crépuscule assis devant la longue étendue des vagues. Il voit le sombre sillage que le bateau coulant silencieusement dans le rouge du soleil grave sur la surface brillante de l’eau. Il ressent que la douleur l’afflige. Il pense que la splendeur des couleurs ne durera pas toujours. Mais la sérénité et la paix le calment. Le seul son vient par le doux murmure des vagues qui effacent leurs empreintes dans le sable. Qu’importe si la douleur me tuera? Le rêve Qui est en face de moi est le moment qui compte. Dans l’obscurité du soir, il ne reste plus rien. Seulemt le garçon et son sort.
The moment
The boy looks at the serene colors of the twilight sitting in front of the long expanse of the waves. He sees the dark trail that the boat flowing silently in the red of the sunset he engraves on the shiny surface of the water. He feels that pain afflicts him. He thinks that the splendor of colors will not last forever. But the serenity and the peace they calm him down. The only sound comes by the soft whisper of the waves that erase their footprints in the sand. What does it matter if the pain will kills me? The dream that is in front of me is the moment important. In the darkening of the evening, there is nothing left. Only the boy and his fate.
El momento
El niño mira los serenos colores del crepúsculo sentado frente a la gran extensión de las olas. Ve el rastro oscuro que el barco fluyendo silenciosamente en el rojo del atardecer afecta la superficie brillante del agua. Siente que el dolor lo aflige. Piensa que el esplendor de los colores no durará para siempre. Pero la serenidad y la paz lo calman. El único sonido proviene del suave susurro de las olas que borran sus huellas en la arena. ¿Qué importa si el dolor me matarà? El sueño que está frente a mí es el momento importante. En el oscurecimiento de la noche, no queda nada. Solo el chico y su lote.
Specchio inerte e vivo, la tua vera natura immutata nel tempo e mai svelata del tutto, mi tormenta. Vedo in te la storia della mia vita i sentimenti che di volta in volta affiorano e la mia solitudine . Ma per la donna che amo tutto il mondo è tappezzato di specchi. Davanti a te sola nella sua stanza si mette in posa si guarda sorride si sporge in avanti si gira abbassa gli occhi e torna a guardarsi. Nella tua luce vede le meraviglie insospettate del corpo ritrova il profumo della sua essenza i tratti più segreti dell’anima, sazia la sete di sé. Con l’obiettivo puntato verso la propria immagine cattura la bellezza luminosa che le rimandi come irrepetibile e sacra e le dici per intero quanto la sua bellezza abbagli. Il tempo passa e la bellezza che adesso le mostri so che svanirà. Ma nella tua luce immutata io la vedrò come il primo giorno che si è guardata in te.
Le miroir
Miroir inerte et vivant, ta vraie nature inchangée au fil du temps et jamais pleinement révélée, me tourmente. Je vois en toi l’histoire de ma vie, mes sentiments qui surgissent de temps en temps et ma solitude. Mais pour la femme que j’aime, le monde entier est couvert de miroirs. Devant toi seule dans sa chambre, elle pose, se regarde, sourit, se penche en avant, se retourne, baisse les yeux et se regarde à nouveau. Dans ta lumière, elle voit les merveilles insoupçonnées du corps, retrouve le parfume de son essence, les traits les plus secrets de l’âme elle assouvit la soif d’elle-même. Avec l’objectif pointé sur sa propre image, elle capture la beauté lumineuse, que vous lui renvoyez comme irremplaçable et sacrée et tu lui dites. en entier, combien sa beauté éblouit. Le temps passe et la beauté que maintenant tu lui montres je sais qu’elle disparaîtra. Mais dans ta lumière inchangée, je la verrai comme le premier jour où elle s’est regardée en toi.
The mirror
Inert and alive mirror, your true nature unchanged over time and never fully revealed, it torments me. I see the story of my life in you the feelings that emerge from time to time and my loneliness. But for the woman I love the whole world is covered with mirrors. In front of you alone in her room she poses, looks at herself she smiles, leans forward, turns she lowers her eyes and looks back at herself. In your light she sees the wonders unsuspected of the body she rediscovers the scent of her essence the most secret traits of the soul, she quenches her thirst for herself. With the objective pointed at your own image she captures the luminous beauty that you refer them as unrepeatable and sacred and you say them in full how her beauty dazzles her. Time goes by and beauty that now you show her I know she will fade away. But in your unchanged light I will see it as the first day that she has looked into you.
El espejo
Espejo inerte y vivo, tu verdadera naturaleza sin cambios con el tiempo y nunca completamente revelado, me atormenta. Veo la historia de mi vida en ti los sentimientos que surgen de vez en cuando y mi soledad. Pero por la mujer que amo el mundo entero está cubierto de espejos. Delante de ti, sola en su habitación ella posa, se mira sonríe, se inclina hacia adelante, se vuelve baja los ojos y se mira a sí mismo. En tu luz ve las maravillas insospechado del cuerpo ella redescubre el aroma de su esencia los rasgos más secretos del alma, sacia la sed de uno mismo. Con el objetivo apuntó a tu propia imagen ella captura la belleza luminosa que te refieres a ella, como irrepetible y sagrada y le dices en su totalidad cuánto deslumbra su belleza. El tiempo pasa y la belleza que les muestres ahora, sé que se desvanecerá. Pero en tu luz inalterada la veré como el primer día que ella se ha mirado en ti.
Quel fedele nemico che mi spia dallo specchio con sorrisi sornioni mi ha chiesto perché chiuso nella mia stanza perdo tempo dietro la scrivania a sognare sul foglio bianco, il computer spento i libri alle spalle e lo sguardo perduto oltre i vetri. Come se vedessi per la prima volta – mi ha detto – le cupole rigogliose dei pini la corona celeste delle montagne il sole che gode l’aria di un pascolo verde il Tevere lento che specchia l’azzurro tra le siepi fiorite. Come se fossi nato tra queste pareti in questa terra che ti trattiene e le storie passate invano. Scruta nei libri che mandano luce più profonda Immergi la mente nelle parole sagge di coloro che ti portano per mano nei segreti dell’ anima, che stendono nel tuo cielo il chiaro fuoco dai colori immaginari e vividi. E tu – gli ho risposto – solitario dietro la lastra non provi in te stesso soltanto i miei turbamenti, non muti soltanto con il mutare del mio animo? Non posso dire alla mia mente di lasciarsi plasmare di saggia passività al mio occhio di non guardare al di là delle parole al corpo di non provare le sensazioni che lo fanno inebriare ovunque si trovi. Nelle vene della natura scorre la linfa di terre scomparse e i profumi trasportati da mari lontani, il palpito di vele sommerse. L’usignolo non grida prediche meschine. Canta al tramonto e spalanca il cielo con il canto. Il sussurro del fiume tra gli argini è un soave addio verso l’immenso a cui ritorna l’umana essenza. I libri – gli ho detto – insegnano a guardare. La natura a sognare e schiudere i sensi alla libertà delle parole.
Liberté des mots
Cet ennemi fidèle qui m’espionne depuis le miroir avec des sourires narquois il m’a demandé purquoi enfermé dans ma chambre je perds du temps derrière le bureau à rêver sur la page blanche, l’ordinateur éteint, les livres derrière les epaules et le regard perdu au-delà de la fenetre. Comme si tu voyais pour la première fois – me dit-il – les dômes luxuriants des pins la couronne céleste des montagnes le soleil profitant de l’air d’un pâturage vert le lent Tibre qui reflète le bleu parmi les haies fleuries. Comme si tu étais né entre ces murs dans cette terre qui te retient et les histoires passèes en vain. Scrutes dans les livres qui envoient une lumière plus profonde Plonges ton esprit dans des mots sages de ceux qui te conduisent par la main dans les secrets de l’âme, qui propagent dans ton ciel un feu clair des couleurs imaginaires et vives. Et toi – j’ai répondu – seul derrière le miroir ne ressens-tu pas en toi seulement mes angoisses, ne changes-tu pas seulement avec les changements de mon âme? Je ne peux pas dire à mon esprit de se laisser modeler par la passivité sage à mes yeux de ne pas regarder au-delà des mots à mon corps de ne pas ressentir les sensations qui le rendent en état d’ébriété où qu’il soit. Dans les veines de la nature coule la sève des terres disparues et les parfums portés par les mers lointaines, les battements de voiles immergées. Le rossignol ne crie pas de petits sermons. Il chante au coucher du soleil et ouvre grand le ciel avec sa chanson. Le murmure de la rivière entre les rives est le doux adieu enver l’immense auquel retourne l’essence humaine. Les livres – lui ai-je dit – nous apprennent à regarder. La nature à rêver et ouvrir les sens à la liberté des mots.
Freedom of words
That faithful enemy who spies on me from the mirror with sly smiles he asked me because locked in my room I waste time behind the desk dreaming on the blank sheet of paper, the computer off the books behind me and the lost gaze beyond the glass. As if seeing for the first time – he told me – the luxuriant domes of the pines the heavenly crown of the mountains the sun enjoying the air of a green pasture the slow Tiber that reflects the blue among the flowering hedges. As if I was born between these walls in this land that holds you back and the stories passed in vain. Peer into books that shed deeper light Immerse your mind in wise words of those who lead you by the hand in the secrets of the soul, who spread clear fire in your sky with imaginary and vivid colors. And you – I replied – lonely inside the mirror do not feel in yourself only my troubles, don’t you change only with the change of my soul? I can’t tell my mind to let oneself be molded by wise passivity to my eye not to look beyond words to the body not to experience the sensations that make it intoxicate wherever it is. In the veins of nature flows the sap of vanished lands and the perfumes carried by distant seas, the beat of submerged sails. The nightingale does not shout petty sermons. Sing at sunset and opens the sky wide with song. The whisper of the river between the banks is a sweet one farewell to the immense to which the human essence returns. Books – I told him – teach us to look. Nature to dream and open the senses to the freedom of words.
Libertad de las palabras
Ese enemigo fiel que me espía desde el espejo con sonrisas astutas me preguntó porque encerrado en mi cuarto Pierdo el tiempo detrás del escritorio soñando en la hoja blanca, la computadora apagó los libros detrás de ti y la mirada perdida más allá del cristal. Como si viera por primera vez – me dijo – las exuberantes cúpulas de los pinos la corona celestial de las montañas el sol disfrutando del aire de un prado verde el lento Tiber que refleja el azul entre los setos floridos. Como si hubiera nacido entre estas paredes en esta tierra que te detiene y las historias pasaron en vano. Echa un vistazo a los libros que arrojan una luz más profunda Sumerge tu mente en sabias palabras de los que te llevan de la mano en los secretos del alma, quien esparce fuego claro en tu cielo con colores imaginarios y vivos. ¿Y tú – le respondí – solo dentro del espejo no sientas en ti solo mis penas, no cambias solo con el cambio de mi alma? No puedo decirle a mi mente dejarse moldear por la sabia pasividad a mi ojo no mirar mas alla de las palabras el cuerpo para no sentir las sensaciones que lo embriagan donde quiera que esté. La linfa de la naturaleza fluye por las venas de tierras desaparecidas y los perfumes llevados por mares lejanos, el latido de velas sumergidas. El ruiseñor no grita sermones mezquinos. Cantar al atardecer y abre el cielo de par en par con el canto. El susurro del río entre las orillas es dulce adiós a lo inmenso al que vuelve la esencia humana. Los libros – le dije – nos enseñan a mirar. Naturaleza para soñar y abrir los sentidos a la libertad de las palabras.
Provo a cavare dal fondo della mia anima parole luminose per dare luce al buio della mente sepolta nei solchi profondi dei miei sgomenti. Quali radici di dolore dovrò estirpare dalla mia terra esausta? Intorno il cielo s’illumina d’un velo rosa spegne l’esile raggio di luna indecisa e tremante di speranza. I gridi rauchi dei corvi pronti a divorare infrangono i vetri alle finestre si conficcano come aculei nelle pareti della mia stanza. E tu cuore, povero muscolo dimenticato comprimi e dilati le tue pareti cave spargi il sangue nelle mie vene come la linfa lungo i rami dell’albero. Reso fragile dal logorio degli anni non hai più modo di aiutarmi a trovare il senso del mio vivere. Il tuo pulsare a vuoto risuona dei battiti del cembalo che strepita tra le mie mani tremanti, seduto a guardare il prato dei ricordi. Sfioriscono al tramonto e a ogni alba si addormentano tristemente. Lasciano la mia mente in balia del sole che la scalda cieco. A braccia spalancate senza ragione sei come il nido nelle stagioni fredde abbandonato dall’amore.
Il frutto Perdere rinunciare sono ancora nostri. Anche dimenticare fa di noi gli esseri umani che siamo. Ci danno la sensazione di possedere il centro dolore rabbia amore compassione metamorfosi del divenire. Ci pensiamo sul ramo del passato come frutti maturi in cui urge la linfa del futuro. La nostra mente sfugge alla buccia della pelle, pur se ne gusta il profumo e a mala pena ne accetta le piaghe. Ma come nel frutto l’impalpabile sapore l’insieme compone la nostra figura.
Le fruit
Perdre, abandonner sont toujours les nôtres. Même oublier nous fait les êtres humains que nous sommes. La douleur le colère l’ amour la compassion, métamorphoses du devenir, nous donnent le sentiment de posséder le centre. Nous nous pensons sur la branche du passé comme un fruit mûr où la lymphe du futur pusse. Notre esprit s’échappe à la pelure de la peau, même si il en goûte le parfum est à peine il en accepte les blessures. Mais comme dans le fruit son saveur impalpable, l’ensemble compose notre figure.
The fruit
Losing, giving up are still ours. Even forgetting makes us the human beings that we are. They give us the feeling of possessing the center the pain the anger the love the compassion metamorphosis of becoming. We think about it on the branch of the past like ripe fruit in which it pushes the lymph of the future. Our mind escapes from the peel of the skin, even if it tastes its scent and barely accepts its sores. But as in the fruit the impalpable flavor the whole composes our figure.
El fruto
Perder, renunciar sigue siendo nuestro. Incluso el olvido nos hace los seres humanos que somos. Nos dan la sensación de poseer el centro dolor ira amor compasión metamorfosis del devenir. Lo pensamos en la rama del pasado como fruta madura donde la linfa del futuro empuja. Nuestra mente se escapa de la cáscara de la piel, incluso si saborea su olor y apenas acepta sus heridas. Pero como en la fruta el sabor impalpable el conjunto compone nuestra figura.