
Ho trovato le scale un po’ più difficili di quanto mi aspettassi e così mi sono seduta, per così dire, a metà del viaggio. Poiché c’era una grande finestra di fronte alla ringhiera, ho potuto intrattenermi con i piccoli drammi e le commedie fuori in strada, anche se non passava nessuno che conoscevo, nessuno, certamente, che avrebbe potuto aiutarmi. Né le scale stesse erano frequentate, per quel che potessi vedere. Devi alzarti, ragazza mia, mi dissi. Poiché questo sembrava all’improvviso impossibile, ho fatto la cosa migliore: mi sono preparata a dormire, sulle scale in alto la testa e le braccia, sotto il mio corpo accucciato. Qualche tempo dopo, una bambina apparve in cima alle scale, tenendo la mano di una donna anziana. Nonna, gridò la ragazzina, c’è una morta sulle scale! Dobbiamo lasciarla dormire, disse la nonna. Dobbiamo camminare in silenzio. Si trova a quel punto della vita in cui né tornare all’inizio né avanzare verso la fine sembrano sopportabili; perciò ha deciso di fermarsi, qui, in mezzo, anche se questo la rende un ostacolo per gli altri, come noi. Ma non dobbiamo rinunciare alla speranza; nella mia vita, ha continuato, c’è stato un tempo simile, anche se molti anni addietro. E qui, ha lasciato che sua nipote le camminasse davanti in modo che potessero sorpassarmi senza disturbare.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare tutta la storia, poiché al suo passaggio sembrava una donna vigorosa, pronta a godere della vita, e allo stesso tempo schietta, senza illusioni. Ma presto le loro voci svanirono in sussurri, o erano lontane. La vedremo quando torneremo, mormorò la bambina. Se ne sarà andata da tempo, disse la nonna, avrà finito di salire o scendere, a seconda dei casi. Allora le dirò addio adesso, disse la bambina. E si è inginocchiata sotto di me, cantando una preghiera che ho riconosciuto come la preghiera ebraica per i morti. Signora, sussurrò, mia nonna mi dice che non sei morta, ma ho pensato che forse questo avrebbe placato i tuoi terrori, e io non sarò qui a cantarla al momento giusto.
Quando la sentirai di nuovo, disse, forse le parole saranno meno intimidatorie, se ricordi come le avevi sentite per la prima volta, dalla voce di una bambina.
Louise Glück, Faithful and Virtuous Night, Farrar, Straus and Giroux. 2014
traduzione di Marcello Comitini
non poaao che ripetertiil mio grazie per questi post , e come sempre bravissimo!
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Grazie, Matilde🙏🌹, per il costante affetto con cui segui quel che pubblico. Grazie infinite! Soprattutto per la tua attenzione alla cultura vera.
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Grazie a te sempre!
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molto interessante questo pensiero fa riflettere su un particolare non per tutti le scale sono uguali molti hanno scalini più alti e faticosi per questo occorre essere dotati di buoni polmoni. l’essere arrivati a metà e fermarsi è come averla scalata tutta. ma questo è solo un mio pensiero ciao buona domenica
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Buona domenica, Gabriella.🌹 Interessante il tuo commento! Grazie 🙏🌹
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Testo reso in modo stupendo!
Grazie e buona domenica!
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Grazie Luisa 🌹. È brava l’autrice che sa comunicare in modo profondo il suo sentire. Io semplicemente indosso il suo abito “spirituale”. Sento che mi scende a pennello.
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💓💙💓💙💓
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Pingback: Louise Glück, Uno scorcio del viaggio (17) – Sourab Titrés
Grazie del rebblog,🙏
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Bello!
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Sì, Marisa🌹 . La Glück è proprio brava! Ma un briciolo anch’io che l’ho tradotta, no?🙏
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