Luigi Maria Corsanico legge “Vorrei scrivere”

Ho ascoltato più e più volte la magistrale e partecipata interpretazione di questi versi, che Luigi interpreta come un grido che sorge dal cuore indignato e disperato. Gli ha dato voce come sempre (e come solo lui riesce a fare) amplificando con echi accorati quelle che sono le mie amarezze di poeta.

Mi permetto, per una volta, di definirmi così, non perché io ritenga di esserlo, ma per l’argomento che questa poesia affronta: la sordità e crudeltà dell’uomo di fronte ai cambiamenti da lui stesso causati, di fronte alla propria pochezza, alla propria meschinità, alla voglia di sfuggire ai problemi e alle incertezze, per mettere in salvo sé stesso, ignorando non soltanto il resto dell’umanità ma anche coloro che per sensibilità d’animo, svolgono il ruolo di profeti.

Parlo dei poeti oggi e di ieri, dimenticati (o fintamente ricordati come si ricorda un giullare di corte), come parlo di coloro che tradiscono la capacità di profetizzare – che è dei veri poeti – per offrire sul mercato, e vantaggiosamente (per loro), questa profonda dote, svuotata d’ogni senso storico e sociale .

È questo sgomento quel che vibra nella lettura di Luigi, che condivide e denuncia con toni che soltanto lui riesce a liberare. Non io solo gli sono grato, ma tutti coloro che ascoltano dalla sua voce questi versi. Lo dicono i numerosi commenti, apparsi su youtube, che gli rivolgono i migliori complimenti e approvazioni. Io non posso che unirmi a questo coro unanime e dire a Luigi ancora una volta, infinitamente grazie!

Lettura di Luigi Maria Corsanico

12 pensieri su “Luigi Maria Corsanico legge “Vorrei scrivere”

  1. Comitini rittrovato, Rodin, Bach (e una bella voce di Corsanico), siamo fortunati.
    Chi sa se aiutera (in segreto) a rittrovare ancheTaccuino pigro nel camino dei verbi.
    Buona giornata !
    Lyss sans amertume

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  2. Grazie per la condivisione e l’introduzione, carissimo Marcello, un onore sempre per me leggerti e diffondere il tuo Canto. Come non condividere anche le virgole delle tue giuste esternazioni, che ancora con forza ribadisci nella tua lirica. Oggi tutto è mercato e anche la poesia ne è travolta e stravolta; molte volte ne abbiamo discusso nelle nostre belle conversazioni, che spero presto di poter riprendere. Un lungo abbraccio.
    Luigi

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