Canto d’amore

Peder Mork Monsted, Susaaen, Næsbyholm in spring (1913)

Sul ramo teso alla stentata ricerca

d’un cielo che riesca a colorarsi di blu

come un qualunque cielo nelle giornate estive

due o tre merli fischiano a fiato perso

fantasiose congetture d’amore

gorgheggiano

lasciano rotolare dai becchi

piccole note che inciampano nell’aria

piovono sui dormiveglia dell’uomo

pungono la notte ormai sbiadita.

Li ascoltano soriani pasciuti

ai piedi dell’albero guardano verso il ramo

 come vecchi saggi in attesa

della tragica fine di ogni canto d’amore.

12 pensieri su “Canto d’amore

  1. In pochi versi sei stato capace di dare un pubblico e una quinta alle fantasiose congetture dei merli. Ghirigori d’amore. Esse rimangono quasi tacite, sottintese e relegate ad un rigo pur costituendo la delimitazione prospettica della scena, essendo quasi sempre disposti in modo da dare l’illusione di una chiusura, pur lasciando fra l’uno e l’altro spazi liberi per l’entrata in scena degli attori poco importa se siano merli, rami o cieli.

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    • Cara Mariantonietta, i protagonisti di questa poesia, pur se di pochi versi, sono tanti ma i veri protagonisti sono i soriani che hanno la saggezza dei vecchi e predicono il futuro. Il tuo commento è molto ricco e affronta la poesia sotto il profilo estetico-artistico con concetti non usuali. Grazie infinite.

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