Tra gli spigoli taglienti di palazzi senza colore
punteggiati dal nero silenzioso
dei corvi come monaci eremiti
che meditano e guardano dall’alto
strade senza nomi né volti
e uomini e donne in corsa
verso una meta che ogni giorno si allontana
sino a svanire e riapparire mortalmente vicina,
vedo salire nel pulviscolo autunnale
un’aurora australe all’orizzonte.
L’aria fredda la volge da tutte le parti
come uno stormo infinito
di moscerini in cerca di sole.
Un fazzoletto d’addio.
Uomini e donne spalancano gli occhi
alzano le mani corrono dentro i palazzi
aprono le finestre gridano il nulla
delle loro mura.
Il vento ha mischiato il rosso col verde
ha creato la malinconia
del giallo effimero come le foglie
strappate dai rami.
Turbinano rumorosamente ai miei piedi
in questo grave silenzio.
Guardo lo spazio infervorato dai colori che mutano
sino a svanire. Attendo il volto di un dio
la sua parola
trasportata da cieli lontani
che ignorano l’inganno dell’aurora australe.
Pingback: Aurora Australe — marcellocomitini | l'eta' della innocenza
Questa dà lo spessore della tua capacità di leggere la realtà e tradurla in immagini. Il vuoto attuale è lì da cogliere e noi, direbbe Ungaretti, pensando ai ‘soldatini’ come foglie d’autunno, siamo quel fazzoletto di moscerini. Verrà una divinità a riempire i vuoti? Chissà. Intanto abbiamo la tua poesia. Grazie di cuore
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Molto bello ciò che hai scritto Bruno, su noi e i moscerini, sulla divinità a riempire i vuoti. Grazie di cuore a te, che leggi con la tua profonda capacità di scendere tra le connessioni delle parole
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Sempre grande ! Un saluto
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Grazie del complimento! 🙏 Ricambio il saluto. 💙
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L’ha ripubblicato su Alchimie.
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