Arrampicata (ITA – FR)

Ansel Adam arrampicata

Ti afferri con le mani agli spigoli taglienti
Poggi i piedi in piccole sporgenze.
A guardarti da lontano macchia di colore
con le braccia tese e le gambe a spingerti
verso l’alto sembri un cucciolo di uomo.
Ti avventuri verso alture sconosciute
Spinto dalla voglia di credere in te stesso.

Noi ti guardiamo dal nostro recinto rigido e solido.
Ci crediamo al sicuro sotto lo spessore
Del grigio quotidiano che ci tiene a terra.

Ma dal basso giunge una vertigine
che ci fa tremare e ci minaccia
come un enorme masso pronto a buttarci giù
dalla nostra altezza miserevole.

Escalade

Vous vous agrippez aux coins tranchants
vos pieds placés dans de petites protubérances.
Si on vous regarde de loin, tache de couleur
avec les bras et les jambes tendus à vous pousser
vers le haut, vous êtes un chiot d’homme
aventuré vers des hauteurs inconnues
poussé par le désir de croire en soi-même.

Nous vous regardons de notre état raides et figés.
Nous croyons d’être en sécurité sous l’épaisseur
du gris quotidien qui nous maintient sur le terrain.

Mais du fond un vertige vient
qui nous fait trembler et nous menace
comme un énorme rocher prêt à nous jeter
de notre misérable hauteur.

27 pensieri su “Arrampicata (ITA – FR)

  1. Carissimo poeta, come sempre prima di tutto ti rinnovo i miei complimenti!
    Nelle tue splendide parole( parlo di splendide perché lo splendore lo associo sempre alla ricerca della verità) riesci a farci riflettere e a prendere sempre più coscienza sulla “dimensione” nella quale il nostro Io o il nostro “percepire la nostra esistenza” ci appare.
    E’ una dimensione troppo spesso falsificata da questa società dove tutto viene condotto dalla strategia della banalità, dell’ovvio, della superficialità…
    realtà ingannevole…ecco ciò che ci propongono
    realtà della pura illusione, una “vita felice mentre posiamo i nostri passi in un assurdo centro commerciale, mentre vediamo mani pronte all’acquisto facile, compulsivo, così adatto per allontanare la “sconfitta” del nostro vivere.
    Immersi in una realtà, senza farsi domande…
    una realtà che ripudia quella struggente domanda che si pone il grande Gauguin: “Chi siamo? Da dove veniamo?”
    Ma poi, dentro all’io di ognuno di noi, ci raggiunge la voce dei veri poeti…
    Si spengono le luci, il teatro dell’ovvietà finalmente chiude il sipario…
    Siamo senza maschere teatranti…
    ci avviciniamo sempre di più alla nostra immagine riflessa allo specchio
    quell’immagine ascolta e vive nuove parole
    E ora ci presentiamo realmente al mondo!
    un caro saluto e un augurio di una felice domenica
    Adriana

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    • Adriana, le tue visite sono sempre una fonte di emozione per i sentimenti e le ragioni che sai esprimere con la passione di chi ama la verità, di chi sa comprendere come dietro i nostri gesti si nasconda, spesso senza volerlo, pilotati da un andazzo comune, da una massa a sua volta spremuta per le risorse economiche, che a volte miseramente possiede, un nostro comportamento da teatranti per ricevere dal pubblico assetato di “sangue”, che aspira a una felicità fallace anche in cambio della morte del singolo, un plauso che ci faccia sentire nel giusto del nostro non essere.
      Grazie, per queste tue parole, per questa vicinanza che scalda il cuore di chi si sente estraneo e in pericolo ad ogni stante, di perdere la propria individualità

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