Se la mia fanciullezza fosse stata illuminata dalla figura di una nonna, come la vita della maggior parte delle persone, oggi potrei esprimere tutta la nostalgia per il suo amore, per la saggezza dei suoi consigli e tutta la tristezza per non averli seguiti.
Per aiutarmi a superare i periodi difficili che hanno invaso tutta la mia vita, come le stelle nere invadono il cielo, tutti intorno a me si sono fatti nonni. Hanno sostituito la saggezza di quella nonna che non ho mai avuto.
Ho compiuto piccoli passi suggeriti dalle circostanze, dall’amore materno e da quello della moglie e dei figli.
Tutti hanno pensato al posto mio, al mio futuro, anche a quello che sarebbe accaduto domani.
Ma sono io che ogni mattina mi sono alzato con fatica, ho scavato con le unghia nel mio lavoro, ho vagato per l’Italia e all’estero, ho scritto lettere che non avrei voluto scrivere, che ho bloccato la mente in pensieri lontani dal mio modo di essere, da quel che avrei voluto vivere.
Ho fatto ciò che dovevo fare, poco alla volta perché non c’era altro modo di farlo. Non ho mai ripensato ai passi compiuti. Non ho mai riposato, né mai mi sono complimentato con me stesso.
Nel tentativo di rilassarmi ho coltivato l’orto di cui non ho raccolto nulla, mi sono innamorato perdutamente di colei che poi all’improvviso mi ha dato consigli, mi sono ubriacato di vini prelibati e di vini scadenti che hanno scavato nelle mie viscere.
Ho compiuto i miei passi, uno e poi un altro. Tutti piccoli passi.
E di ognuno ho sentito il peso e la fatica senza che nessun passo fosse stato più ampio di un altro.
Mi hanno sempre detto che avrei potuto pensare al futuro senza piangere. Ma per pensare al futuro occorre il tempo per farlo. E farlo mentre non si piange.
Pensare non è uno di quei piccoli passi che tutti consigliano di fare. È un passo che solo un gigante riesce a compiere. Non uno di quei giganti che la società ci presenta come miti da imitare da prendere ad esempio.
Gigante è colui che pensa al di fuori degli schemi sociali, mentalmente lontano dalle sensazioni immediate, fuori da quelle prigioni entro cui si muovono i piccoli passi.
Adesso finalmente posso pensare al futuro, un futuro che non mi fa piangere, in cui sarò io e me stesso senza nessun obbligo, senza nessun passo da compiere.
Un futuro in cui tutti dimenticheranno il mio futuro.
Si mon enfance avait été illuminée par la figure d’une grand-mère, comme dans la vie de la plupart des gens, je pourrais aujourd’hui exprimer toute la nostalgie de son amour, de la sagesse de ses conseils et de toute la tristesse de ne pas les avoir suivis.
Pour m’aider à surmonter les moments difficiles qui ont envahi toute ma vie, comme les étoiles noires envahissent le ciel, tout le monde autour de moi est devenu grands-parents. Ils ont remplacé la sagesse de la grand-mère que je n’ai jamais eue.
J’ai fait de petits pas suggérés par les circonstances, par l’amour maternel et par celui de ma femme et des mes enfants.
Tout le monde a pensé à ma place, pour mon avenir, même pour ce qui se passerait demain.
Mais c’est moi qui chaque matin me levais avec difficulté, qui creusais avec mes ongles dans mon travail, qui écrivais des lettres que je ne voulais pas écrire qui bloquais mon esprit avec des pensées lointaines de ma façon d’être, de ce que je aurais voulu vivre.
J’ai fait ce que je devais faire, petit à petit, car il n’y avait pas d’autre moyen de le faire. Je n’ai jamais évoqué les pas faits. Je ne me suis jamais reposé et je ne me suis jamais félicité avec moi-même.
Dans une tentative de me détendre, j’ai cultivé le potager dont je n’ai rien recueilli, je suis tombé follement amoureux de celle qui m’a subitement conseillé, je me suis saoulé avec des vins des grandes années et des vins de mauvaise qualité qui ont creusé dans mes entrailles.
J’ai fait mes pas l’un après l’autre. Touts petits pas.
Et de chacun je sentais le poids et la fatigue, sans qu’aucun pas n’ait été plus grand qu’un autre.
Ils m’ont toujours dit que je pouvais penser à l’avenir sans pleurer. Mais pour penser à l’avenir il faut avoir du temps à le faire. Et le faire sans pleurer.
Penser n’est pas une de ces petits pas que tout le monde recommande de faire. C’est un pas que seul un géant peut accomplir. Pas un de ces géants que la société présente comme des mythes à imiter à prendre pour exemple. Géant est celui qui pense en dehors des schémas sociaux, mentalement lointain des sensations immédiates, des prisons dans lesquelles se déplacent les petits pas.
Maintenant, je peux enfin penser à l’avenir, un avenir qui ne me fait pas pleurer, où je serai moi avec moi sans aucun engagement, sans aucune pas à entreprendre.
Un avenir où tout le monde va oublier mon avenir.
Triste ma bella, come sempre del resto 😉
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Grazie, Silvia 🙂 Sei molto gentile!
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In questo magnifico, e spontaneo brano, avverto la necessità dell’autore ,di voler finalmente intraprendere passi propri, dovuti solo all’individualità del suo pensiero e null’altro…
Articolo gradito e molto apprezzato.
Buon fine settimana e un caro saluto, Marcello,silvia
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Grazie della visita e del commento, Silvia.
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J’ai toujours pensé que nous devions travailler à être pour nous-même, nos propres parents.
Très beau texte, Marcello. Comme toujours !
Ho sempre pensato che dovevamo lavorare per essere per noi stessi, i nostri genitori. (je ne suis pas très sûre de la traduction… vous pouvez me corriger sans problème 🙂 )
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Merci, Dom. Votre italien est semblable à mon français 🙂
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🙂 l’essentiel c’est de se comprendre…
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C’est vrai!! 🙂
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…mais votre gentillesse vous honore, car votre français est excellent. Ce qui est loin d’être le cas de mon italien 🙂
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Vous avez dit bien, juste avant: l’essentiel est de se faire comprendre.
Merci pour mon français !
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L’ha ripubblicato su l'eta' della innocenza.
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❤ Hai posto uno specchio davanti a me stesso…
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Luigi… ci sentiamo tra pochissimo… Grazie.
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mi è arrivata dritta. ARRIVA arriva, la malinconia – stu-pe-n-da!!
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Grazie, Marianna. La tua visita mi onora e ancor di più il tuo commento.
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È vero, il futuro è bello quando si può essere se stessi senza obblighi.
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E non è facile vivere senza obblighi, Lucia. Forse basterebbe il rispetto reciproco delle personalità. Grazie del commento e della visita.
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L’egoismo non sempre è m riposto. A volte si dà troppo e non si pensa a noi stessi, a quel che farebbe bene a noi. Triste storia la tua, ma vera.
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È proprio così, Laura: triste ma vera. Grazie del tuo pensiero.
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Scritto bellissimo, sentito… arriva dritto…
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Grazie, Giorgiana. Sto ascoltando Jim Croce in I got a name. Una splendida canzone,. Grazie.
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A te! Buona domenica, Marcello! Il tuo scritto è arrivato quasi come per rafforzare certi miei pensieri.
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Grazie, Giorgiana. Sei gentile a dirmelo.
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Le tue parole risuonano dentro di me / Vos mots trouvent résonance en moi.
Merci pour ce beau texte. Rempli d’humanité.
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Merci beaucoup. Caroline!
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Si atraversa la vita Marcello! Non sempre come vorremmo, ma credo che sia sempre bello farlo, con tutto ciò che avremmo voluto, con tutto ciò che abbiamo afferrato o perso,con ancora tutto ciò che ancora possiamo prendere per mano.
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Oh, quanto è vero quello che hai scritto, Fulvia! Ma a volte si arriva a pensare che non importa molto di noi agli altri, e allora ci lamentiamo del vuoto che sentiamo intorno a noi.
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