Dietro l’angolo (ITA – FR – ENG)

Dietro l'angolo

Dietro l’angolo

Dal pullulare dell’acqua dal pullulare dell’erba
dal pullulare dei palazzi che all’alba si svuotano
e per tutto il giorno sorvegliano muti
le strade deserte di periferia
nasce il nuovo mondo di uomini nuovi
che vogliono fuggire da questo vecchio mondo
che credono in felicità
facilmente raggiungibili come ci s’incontra con l’amico
all’ora e nel luogo stabiliti. Una ragazza ride insieme alle amiche
ricordando la squadra del cuore, dice a tredici anni
ho baciato l’uomo della mia vita poi se n’è andato
e ora ho un figlio e altri uomini mi amano. Un ragazzo ride
pensa agli amici, alle ragazze che lo fanno innamorare
alla squadra del cuore e a quella musica che gli martella in testa.
Dallo schermo di casa quando tornano a sera
sgorgano immagini luminose
e sentimenti luminosi da quelle immagini.
Invitano a sognare un mondo in cui basta allungare
una mano con il sorriso sulle labbra per essere abbracciati
dalla felicità. Ma l’amico non giunge.
Quell’angolo è vuoto, solo gente che passa cupa e pensierosa.
Si guarda impazienti l’orologio, è già passata una vita.
Si è stanchi d’aspettare. Ma pensano che l’amico prima o poi verrà.
E noi affideremo a questi ragazzi le nostre ossa bianche
da custodire nel buio di una terra sacra?
Bisognerà soffrire – si dicono battendosi le mani
sulle ginocchia mentre si avviano sbadigliando
verso i loro sogni bugiardi in buona fede —
prima che da dietro l’angolo ci venga
incontro la felicità promessa.

Au coin de la rue

Du fourmiller de l’eau du fourmiller de l’herbe
du fourmiller des immeubles qui, à l’aube, se vident
et surveillent les rues désertes de la banlieue
il nait le nouveau monde des hommes nouveaux
qui veulent échapper à ce vieux monde,
qui croient aux bonheurs
à portée de main, comme on rencontre l’ami
à l’endroit et l’heure établie. Une fille rit avec ses amies
se souvenant de son équipe favorite, elle dit à treize ans
j’ai embrassé l’homme de ma vie puis il est parti
et maintenant j’ai un fils et un autre homme. Un garçon rit,
il pense à ses amis, aux filles qui le font tomber amoureux
à son équipe favorite et à cette musique qui lui martèle la tête.
De l’écran de la maison quand on revient le soir
des images lumineuses jaillissent
et des sentiments lumineux de ces images.
Tout cela invite à rêver d’un monde dans lequel il suffit de tendre
la main avec le sourire aux lèvres pour être embrassé
par le bonheur. Mais l’ami ne vient pas.
Ce coin est vide, seules des personnes passent sombres et pensives.
On regarde avec impatience la montre, une vite est déjà passée.
On est las d’attendre. Mais on pense que l’ami tôt ou tard viendra.
Et nous, confierons nous à ces garçons nos os blancs
à garder dans l’obscurité d’une terre sacrée?
Nous devrons souffrir – disent-ils en battant les mains
sur ses genoux en bâillant et en s’acheminant
vers ses rêves menteurs de bonne foi –
avant que le bonheur promis vienne
nous rencontrer au coin de la rue.

Behind the corner

From the swarming of water, from the swarming of grass,
from the swarming of buildings that at dawn are empty
and observe silent the deserted suburban streets
a new world of new men is born
who want to escape from this old world,
who believe in happiness
within easy reach, as we meet with our friend
to the place and time established.
A girl laughs with her friends
remembering the favorite team, he says at thirteen
I kissed the man in my life then he left
and now I have a son and another man. A boy laughs,
he thinks to his friends, to the girls who make him fall in love
to the favorite team and to that music that him pounds in the head.
By the home’s screen when you come back the evening
bright images spring
and bright feelings from those images.
All this invites to dream of a world in which it is enough to tend
hand with a smile on her lips to be embraced
by luck. But the friend does not come.
That corner is empty, only people passing dark and thoughtful.
One looks impatiently the clock, a lifetime has already passed.
One are tired of waiting. But they think the friend will come sooner or later.
And we, will we entrust these boys our white bones
to be kept in the darkness of a sacred land?
We will have to suffer – they say, clapping their hands
on his knees as they start, yawning
to their liar dreams in good faith –
before the promised happiness comes
to meet us around the corner.

15 pensieri su “Dietro l’angolo (ITA – FR – ENG)

  1. Je découvre et apprécie les traductions, même maladroites, le fond y est. Merci pour votre passage en mon îlot chaotique.
    Jo
    Scopro e apprezzo le traduzioni, anche goffe, il fondo è lì. Grazie per il tuo passaggio nella mia isola caotica.
    Jo

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  2. Carissimo poeta, le tue sono parole preziose che ci svelano profonde verità e questo è un dono che possiede la voce autentica della Poesia.
    Desidero risponderti con le bellissime, struggenti parole di Vincent Van Gogh
    Dalle lettere di Vincent a Theo
    8 febbraio 1883
    “Che mistero è la Vita, e l’amore è un mistero all’interno di un altro mistero. Indubbiamente non resta mai eguale in senso proprio, ma cambia come il flusso e il riflesso della marea che lascia il mare inalterato”
    Un caro saluto e un augurio di un felice fine settimana
    Adriana

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    • Carissima Adriana,
      Tu che hai dentro di te “”quel canto ancestrale””, non ti sei smentita neppure adesso riportandomi le parole di Vincent Van Gogh. Solo tu potevi commentare mostrandomi la bellezza del pensiero di colui che ha creato bellezza. Te ne sono infinitamente grato e ricambio l’augurio di un felice fine settimana.

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  3. bella, fa riflettere su molti aspetti. I giovani come li vediamo noi risultano spesso inconprensibili e lontani dal nostro modo di pensare ma forse lo eravamo anche noi ai nostri tempi per i nostri padri nonni o bisnonni. Le differenze generazionali ovviamente hanno subito un distacco ancora maggiore rispetto ai nostri tempi, la globalizzazione ha disperso tradizioni e culture che facevano anche da “legante” e oggi mancano. I nostri ideali sono sfumati e purtroppo non saranno ripresi e rivendicati da nipoti e pronipoti che sono immersi in una realtà che per certi aspetti già non appartiene più a noi; loro annaspano in mille problemi che si sono creati in decenni indecenti di malgoverno (purtroppo tuttora presente) e oltre a non avere rosee prospettive non hanno neppure sul collo il rumore di un sessantotto e i gomiti avvizziti di nonni che hanno combattuto in una guerra che ha segnato la nascita di una volontà comune di ricostruzione; sono nati in un era di consumismo sfrenato e tecnologia che li ha massificati ahimè troppo. Qualcuno si salva, non sono tutti uguali, c’è chi è in grado di analizzare e correggere il suo modo di essere e di vivere. Spero in quelli, che facciano riflettere i loro coetanei sugli errori di interpretare la felicità. Scusa Marcello se mi sono dilungata.
    Buona giornata.

    Piace a 1 persona

    • Daniela. Perché scusarti? Hai esposto pensieri che io condivido in pieno e credo siano condivisi anche da altri. La massa dei giovani non ha colpa nell’essere ciò che è. Siamo noi che dobbiamo chiederci quanta responsabilità abbiamo in questo cammino verso il consumismo che vede nella facilità motivo di felicità. La facilità è di per sé un bene a patto che lo si sappia riconoscere come conquista del cammino umano, (ed è questa la ragione del verso “E noi affideremo a questi ragazzi le nostre ossa bianche / da custodire nel buio di una terra sacra?”).
      L’ottenere tutto con facilità non dà felicità ma abitudine e noia.
      C’è, come tu ricordi, una parte di gioventù che riflette e a questa è affidata la sorte dell’umanità. Lo è sempre stato. Perciò dovremmo stare tranquilli? Purtroppo fra coloro che pensano ci sono pure gli egocentrici, i desiderosi di potere, i dittatori. E spesso anche coloro che pensano vedono nel dittatore un super pensante, un super efficiente, l’uomo fermo e duro che metterà in riga i non pensanti e i dissidenti. La storia, dalla più antica alla più recente, riferita a qualsiasi zona del mondo (umano e animale) è piena di queste tristi vicende.
      Qui però mi fermo per non andare fuori tema.
      Grazie come sempre, Daniela della visita e del contributo che dai alla riflessione.

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