
Laura Zago in “Eppure sono più del nulla”
Dagli un nome
Tra il tuo volto chiuso nel dolore
– gli occhi ad accettare un’impossibile vita –
e la maschera che ti cammina accanto
illuminata da un segreto amore
c’è l’ombra
della tua bocca colma di parole
di singhiozzi repressi e una mano al petto
a trattenere il velo che protegge
la nudità della tua anima.
Se una voce odi mentre il vento cade
nel ricordo di un’alba che ti scaldava il ventre
di giovani colori e di profumi
il fuoco della sera ti trascina lontana
dalle finestre spente della casa.
Lungo le strade tra campi abbandonati
che si perpetuano nel buio all’infinito
torna a guardare indietro e dai un nome
al sentimento che ti brucia dentro.
Chiamalo angoscia, sconfitta abbandono
perdita, rinuncia, dagli un nome e un viso
che si trasformi in carne e sangue, che perisca
e porti via con sé la maschera e l’ombra.
da Terra Colorata, 2014
Donnez lui un nom
Entre ton visage fermé dans le douleur
– les yeux à accepter une vie impossible –
et le masque qui marche à vos côtés
illuminé par un amour secret
il y a l’ombre
de ta bouche pleine de mots
de sanglots réprimés et une main sur ta poitrine
pour retenir le voile qui protège
la nudité de ton âme.
Si vous entendez une voix alors que le vent tombe
dans la mémoire d’une aube qui réchauffait votre ventre
de jeunes couleurs et de senteurs
le feu du soir vous entraîne loin
des fenêtres éteintes de la maison.
Le long des routes entre champs abandonnés
qui se perpétuent dans le noir à l’infini,
regardez à nouveau en arrière et donnez un nom
au sentiment qui vous brûle à l’intérieur.
Appelez ce angoisse, défaite, abandon
perte, renoncement, donnez à ce un nom et un visage
qui se transforme en chair et en sang, qui périt
et enlève avec soi le masque et l’ombre.
Give him a name
Between your face closed in pain
– the eyes to accept an impossible life –
and the mask that walks beside you
illuminated by a secret love
there is a shadow
of your mouth full of words
of stifled sobs and a hand on your chest
to hold back the veil that protects
the nakedness of your soul.
If you hear a voice while the wind falls
in the memory of a dawn that warmed the your belly
of young colors and scents
the evening fire drags you away
from the dark windows of the house.
Along the roads between abandoned fields
that are perpetuated in the dark to infinity
you look back again and give a name
to the feeling that burns you inside.
Call it anguish, defeat, abandon
loss, renunciation, give him a name and a face
who turns into flesh and blood, who perishes
and takes away the mask and the shadow.
Una poesia ricca di spilli di riflessione, in un crescendo nella denuncia del male che distorce la visione della vita.
Una chiusa di grande effetto
“e porti via con sé la maschera e l’ombra”
Un caro saluto
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Grazie della visita e del commento, Francesco. C’è sempre un’ombra al nostro fianco che avvelena quei pochi attimi d’amore che la vita ci regala.
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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La voce che odi mentre il vento cade, chiamala:” sogno,”e l’ombra e ne andrà.💚💫💙
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Grazie, Lucia. Sarebbe bello se fosse come tu dici, ma come il vento, cade anche il sogno e bisognerà dare un nome all’ombra.
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Prima o poi troverai l’amica che diventerà la tua ombra e le darai un nome.
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Dare un nome all’ombra per esorcizzarla, per urlarle contro tutto il nostro sconforto
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Sì, Laura, davvero!! Grazie di cuore.
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