
Roberto De Mitri, Languore della vita
Ogni mattina balzo ugualmente fuori dal letto
e percorro la strada casa lavoro. Ogni mattina vedo
negli stessi luoghi le stesse persone gli stessi alberi
con rami possenti e foglie
che il vento spesso strapazza come piume di uccelli.
Mi attendo che almeno gli alberi si stacchino da terra e si rifugino
dentro le nuvole profumate come i giardini di Kolymbetra.
Ma alzano solo il capo restano avvinti al suolo
rinunciano al movimento per resistere
alla furia del vento. Così grandi e puri
fanno fremere la natura quando fioriscono.
La loro sorte non è simile alla nostra? Viviamo
negli stessi luoghi dove una legge ci ha collocati, incapaci
di strapparci dalle nostre radici. C’è chi spalanca le braccia
e affida al vento il proprio futuro e chi sta chino e si chiude
entro il recinto dei propri ricordi.
Però ciascuno sa bene quanto atroce e acre sia
dentro di sé l’essere albero e farlo fiorire.
Être arbre
Chaque matin, je saute également hors du lit
et je marche sur le chemin travail maison. Chaque matin je vois
à la même place les mêmes personnes les mêmes arbres
avec des branches puissantes et des feuilles
que le vent souvent maltraite comme des plumes d’oiseaux.
Je pense qu’au moins les arbres vont quitter le sol et se réfugier
à l’intérieur des nuages parfumés comme les jardins de Kolymbetra.
Mais ils ne lèvent que la tête restent ancrés au sol
en abandonnant le mouvement pour résister
à la fureur du vent. Si grands et purs
ils font trembler la nature quand ils fleurissent.
Leur destin n’est pas similaire au nôtre? Nous vivons
aux mêmes endroits où une loi nous a placés, incapables
nous arracher de nos racines. Il y a ceux qui ouvrent les bras
et confient son avenir au vent et qui se penchent et se ferment
dans l’enceinte de leurs souvenirs.
Mais chacun sait à quel point il est atroce et aigre
être l’arbre qui est en lui-même et le faire fleurir.
Being tree
Every morning equally I jump out of bed
and I walk the road home work. Every morning I see
in the same places the same people the same trees
with mighty branches and leaves
that the wind often mistreat like bird feathers.
I expect that at least the trees will come off the ground and take refuge
inside the perfumed clouds like the gardens of Kolymbetra.
But they raise only the head remain ancored to the ground
they give up the movement to resist
to the fury of the wind. So big and pure
they make nature tremble when they bloom.
Their fate is not similar to ours? We live
in the same places where a law has placed us, incapable
to tear ourselves from our roots. There are those who open their arms
and entrusts its future to the wind and who is bent and closes
within the enclosure of their memories.
But everyone knows how atrocious and strong it is
to be the tree that is inside of itself and make it flourish.
Kolimbetra… conosco quei giardini, hanno un ché di magia.
mi è piaciuto ritrovarli nelle tue parole
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Grazie, Cibergam 🙂 Spero che le mie parole ti siano sembrate all’altezza dell’armonia dei giardini di Kolymbetra. 🙂
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decisamente! 🙂
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altrimenti non avrei messo il like 😉
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Ti ringrazio!! 🙂
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non conosco il giardino di cui parli,ma ho visto che si trova nella tua sicilia conosco però gli alberi e davanti alla mia finestra ne ho uno meraviglioso tutti i giorni cambia aspetto attraverso la luce cambia espressione come la mia faccia a volte è rivolta verso il mare verso il cielo o verso di me anch’io come lui sono piantata per terra non siamo poi così diversi ci amiamo e la tua bellissima poesia conferma il mio pensiero buona giornata grazie
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Grazie di questo bellissimo e poetico commento, Gabriella. Se accettassimo di essere alberi non sarebbe tanto faticoso lasciare che il nostro essere albero fiorisca dentro di noi. Buona domenica.
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non tutti gli alberi fioriscono marcello ma qualcuno di noi fiorisce non ti sembra?
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Tu certamente, Gabriella, con i tuoi disegni!!
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io intendevo te con le tue poesie
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L’apprezzamento come vedi è reciproco.
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grazie troppo buono
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Comme la racine qui tape au volet
une vie ne peut cacher pas sa vérité…
N-L
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Pour vous remercier de votre commentaire, je publierai demain ma traduction du poème de Barbara Auzou “Notre Jardin Bleu 3”, que vous avez publié aujourd’hui sur votre blog.
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Noi a volte ci sradichiamo, l’albero viene sradicato. ma lui getta un seme e risorge, noi a spesso ci estinguiamo nel passare del tempo.
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Fulvia, grazie come sempre della tua visita e dei tuoi commenti. Hai ragione: a volte ci sradichiamo. E proprio questo è quello che ho inteso evidenziare in questo verso “”””C’è chi spalanca le braccia / e affida al vento il proprio futuro””” come anche nel seguito del verso in cui dico “””e chi sta chino e si chiude / entro il recinto dei propri ricordi””” perché non si è sradicato volontariamente.
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Pingback: Essere albero | Être arbre |Being tree — marcellocomitini | l'eta' della innocenza
Alberi
Siamo alberi
radici
piantate al suolo
avvinti
tra le nuvole
di nuove
illusioni
Sferzati
dalla pioggia
resistiamo
all’ Inverno
consapevoli
della linfa nuova
a Primavera
17.10.2018 Poetyca
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Grazie di questo gradito omaggio, Daniela 🙂
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Grazie a te Marcello,per come sei e per come ti esprimi. Io so che non esiste distanza quando è la sintonia a far superare i confini fisici e psichici,sono consapevole di come la sensibilità sia un filo d’oro che unisce oltre ogni illusione.
Un abbraccio 😊
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Ti abbraccio anch’io. ♥
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Lo posso sentire. 💓
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L’ha ribloggato su From 1 Blogger 2 Another.
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non è poi difficile condividere lo spirito di appartenenza alla terra che hanno gli alberi, esposti proprio come noi a furie, cattiverie e malattie. bellissimi versi Marcello!
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Grazie del complimento, Daniela. È facile per l’uomo essere albero, perché non riesce a staccarsi mai definitivamente dalle proprie radici, Ma a volte proprio questo è motivo di tormento: essere lontani e sentire che si sta vivendo in luoghi in cui le proprie radici sono solo motivo di tristezza.
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