Dove sarà Guglielmina?

IS099T6FM

foto dal web

Quando mia sorella l’invitò
ed io andai ad aprirle la porta,
entrò il sole, entrarono le stelle,
entrarono due trecce di frumento
e due occhi interminabili.

Avevo quattordici anni
ed ero orgogliosamente misterioso,
magro, chiuso e aggrottato,
funereo e cerimonioso:
vivevo con i ragni,
inumidito dal bosco,
mi conoscevano i coleotteri
e le api tricolori,
dormivo con le pernici
sommerso fra la menta.

Dunque entrò la Guglielmina
con due lampi azzurri
che mi attraversarono i capelli
e m’inchiodarono come spade
contro i muri dell’inverno.
Questo accadde a Temuco.
Là nel sud alla frontiera.

Gli anni sono passati lentamente
calpestando come pachidermi,
latrando come volpi pazze,
sono passati gli anni impuri
incompleti, laceri mortuari,
e andai di nube in nube,
di terra in terra, di ponte in ponte
mentre la pioggia alla frontiera
cadeva con il medesimo vestito.

Il mio cuore ha camminato
con scarpe tutte sue,
ha digerito le spine:
non mi dettero tregua dove mi trovavo:
dove rimasi mi trattennero,
dove mi uccisero caddi
e sono risorto con freschezza,
e poi e poi e poi e poi
è davvero lungo narrare le cose.

Non ho altro da aggiungere

Venni a vivere in questo mondo.

Dove sarà la Guglielmina?

Pablo Neruda, Stravagario, (traduzione marcello comitini)

13 pensieri su “Dove sarà Guglielmina?

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