Fate elfi e cuori di umani sensibili, ecco cosa ci racconta Ghiandaia (nel suo blog “Bella giornata. La casa nel bosco”). Con tocchi precisi e soavi ha saputo donarci il ritratto di figure straordinariamente poetiche.
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Mariuccia (foto tratta dal sito “fattoria di Vibio”)
Zia RINA, così chiamata da tutti, aveva una capra molto anziana, cieca e zoppa. Un giorno la porta al macello ma, all’ora del pascolo, se ne pente; cerca un mezzo e parte per ricomprarla. Da questo momento la coccola e la cura, senza abbandonarla mai più.
MARIUCCIA aveva molte pecore e faceva un ottimo formaggio. Era difficile comprarlo, perché lei non si lasciava vedere: metteva il formaggio su una rete e vicino un salvadanaio, il cliente si serviva da solo. Il motivo? Era molto bella, ma timidissima, quasi spaventata. Si poteva salutare solo quando, in
groppa al suo cavallo, andava a consegnare il formaggio al mercato.
MARIO allevava i piccioni viaggiatori e li vendeva, ma questi dopo qualche giorno ritornavano da lui, che li rivendeva ad altri. Gli acquirenti si
illudevano di poteri ammaestrare, ma il piccione torna sempre al nido.
TITO, suo fratello, allevava i cani da tartufo, ma…
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Grazie!
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Grazie a te, Ghiandaia per ciò e per come lo hai scritto.
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