Gelosia

gelosia eduard munch

Edvard Munch, Sjalousi (Gelosia), 1895

Da quale mondo viene e quale lingua parla

questa compagna che mi giace a fianco

con il suo sguardo viola e l’anima di luce.

Ride cantando e muove nella danza

lenta le braccia dimenando i fianchi

e lascia che m’inebri del suo corpo

come di nube bianca che mi avvolge.

 

Forse non pensa, forse le parole

che lei ripete come una preghiera

sono soltanto il fiato caldo di un incontro

nell’infingibile abisso dell’amore.

Mi carezza gli occhi mi bacia sulle labbra

mi si struscia addosso piega la mia fronte

sopra il tepore bianco dei suoi seni.

 

Io guardo là dove mi dice di guardare

mentre mi scorrono sul viso lacrime improvvise

e un oscuro enigma scintilla nei miei occhi.

Mi volto indietro al grido che inatteso

sfugge dal mio cuore freddo come maschera.

 

In quel voltarmi indietro cerco la memoria

che spezzi il cerchio da cui mi sento avvinto.

 

L’amante che mi abbraccia silenziosa

resta sveglia nel cuore della notte.

 Gelosa mi contorce le budella

con il veleno aspro dell’amore

inietta nel mio sangue il male atroce

che mi giunge al cervello e mi stordisce.

Mi scava nella pelle divora la mia carne

e lascia i sentimenti

volare via come colombe affrante.

10 pensieri su “Gelosia

  1. non conosco questo sentimento non mi è mai appartenuto ciò che mi acceca invece è la mancanza di rispetto verso sentimenti puri come dovrebbe essere l’amore tra un uomo e una donna basato sulla sincerità.trovo la tua gelosia una scusa per incendiare ancora di più la passione che nutri nella poesia ciao grazie

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  2. difficile dosare la gelosia quando c’è intensa passione amorosa. Se non si mostra del tutto si rischia di sentirsi accusati di menefreghismo e paradossalmente di scarso amore, se ci si lascia sopraffarre dalla diabolica signora in g. si inizia una serie di diatribe senza fine per qualsiasi sciocchezza quotidiana…tra i due mali forse meglio il primo 😉 A parte questa considerazione personale per commentare uno dei tarli dell’amore, mi complimento per i versi la cui ultima strofa è fortemente esplicativa riguardo la sua natura malvagia … Gelosa mi contorce le budella/con il veleno aspro dell’amore/ inietta nel mio sangue il male atroce/ che mi giunge al cervello e mi stordisce./Mi scava nella pelle divora la mia carne/ e lascia i sentimenti/ volare via come colombe affrante.
    Ps Non so se preferirti in qualità di traduttore o di poeta 😉 intanto che dipano il dubbio ti abbraccio!
    Daniela

    Piace a 1 persona

  3. Annoso argomento spinoso, la gelosia può produrre effetti eclatanti o devastanti, vi è quella afrodisiaca, vi è quella devastante, quella che rende sicuri e quella che rende insicuri, ecc. ecc. Fior di psicologi si sbizzarriscono in merito da decenni, personalmente non sono così convinto che nasca da una insicurezza di fondo, molti si innamorano della persona sbagliata.

    bei versi, chapeau!!!

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