Un platano cinereo e lunghi rami spogli
come candelabri su un altare saccheggiato
imprigionano i giorni invernali
e le notti cupe – dico – di nuvole e di gelo.
Aspetterò la pioggia.
Guardo il cielo d’una luce segreta grigionera
e torco tra le mani un ramoscello
strappato dal feroce brontolio del vento.
Un ragazzino danza sulla neve
con un grande fiore bianco in mano
una rosa centifoglie forse o una gardenia
e l’innalza all’infinito sciame delle stelle.
Occhi che ci spiano nel buio
fluttuano minacciosi tra le nuvole.
Uomo o ragazzo – bisbigliano tra loro
con il linguaggio palpitante delle stelle.
Sorrido stanco dell’attesa.
Mi si spezza con fragore tra le dita il ramo.
Il ragazzino senza ali – o forse non le ho viste –
è svanito tra le nuvole e le stelle
ha lasciato sulla neve dolorose orme.
Ed inizia la pioggia a cadere con violenza
tra gli scrosci applaudenti del vento.
L’ Intensità suggestiva di questi versi mi sfiora come dolente carezza
La chiusa è molto bella ma è tutta la poesia che merita
Complimenti, Marcello, sei davvero bravo
Un abbraccio
Mistral
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E tu sei molto gentile e sensibile, Mistral!
Grazie.
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Composizione ricca di simbolismi e metafore che descrivono, in pochi versi, intensissimi e sofferti, l’arco di un’esistenza.
Dal presente -l’albero spoglio, annerito dagli anni, che ha già dato i suoi frutti, donati, dispersi- attende tempi peggiori, ma senza demordere (il ramoscello torto).
Il poeta rivede se stesso, da ragazzo, in una veloce rivisitazione della propria vita, quando ancora doveva distendere le ali, con le sue doti (i fiori), il candore, le incertezze, le speranze (innalza all’infinito).
Il mondo ostile lo giudica: occhi che ci spiano; lui fuori campo, il ragazzo nel ricordo, ricongiunti come in un sogno.
Il tempo sta per finire (il ramo si spezza) il ragazzo è svanito, consumato dalla vita, rimane solo il poeta a contemplare le flebili tracce della propria esistenza, aspettando che la pioggia e il vento cancelli tutto.
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Pingback: Senza ali | eugenetics
Una poesia di cui io sono felice di averla letta letta. Cari saluti, Giusy
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Grazie, Giusy. Anch’io sono felice che tu l’abbia letta. Penso che valga la pena che tu ne legga altre, per essere felice tu ma soprattutto io!
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Ah,ah,ah Ok! Io faccio incursioni a sorpresa sai! Leggerò con piacere! Beh, però te lo devo dire, ho pubblicato un post bomba….il silenzio degli innocenti. Dovresti vederlo….senza obbligo naturalmente! Un abbraccio, Giusy
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Senza obbligo, l’ho visto e l’ho commentato. A modo mio: sono un poeta!
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Ci mancherebbe altro!!!!
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Atmosfera suggestiva e un po’ inquietante, con questi cieli oscuri, con nuvole e stelle, ” luce segreta grigionera”. Non riesco a dare un’interpretazione precisa come eugenetics.
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Forse nel leggere una poesia, non è tanto importante darne una interpretazione, anche se interpretare significa esser penetrato nello spirito di ciò che si è letto. Forse è più importante lasciarsi pervadere dalla suggestione, vibrare insieme alla musicalità dei versi, abbandonarsi ai pensieri che inconsciamente sorgono in noi. Non sempre e non tutti siamo razionali.
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Pingback: Senza ali | Blog di primononnuocere
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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