L’orologio

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Mentre gira (elaborazione grafica m.c.)

Oggi sono ancora purtroppo nella fase del “non ho nulla da dire”. Però posso confessare che la fine dell’inverno non mi tirerà su il morale perché per fortuna il tempo ha su di me un’influenza minima.  Se mai si potesse stabilire una percentuale per valutare il peso del tempo atmosferico sui miei stati d’animo, sarebbe del 10%. Il restante 90% è invece terreno incontrastato di quel tempo che passa scandendo i colpi sonori e cupi dei secondi, quei piccoli scatti ansiosi e astiosi che trascinano al giro le altre lancette. A volte mi vedo proprio in punta alla lancetta dei secondi, immobile come un marinaio che scruta in piedi il mare da una banchina deserta, eppure soggetto a uno straziante viaggio di trasformazione. Sempre lì, in punta a quella esile lancetta, mi distendo piatto ogni qualvolta quella più robusta dei minuti mi scavalca e chino il capo rassegnato quando vedo giungere a sovrastarmi quella opulenta e pensierosa delle ore con il suo incedere subdolo, come di colei che non passa mai e invece corre fino a esaurirsi all’improvviso quando la spinta che le dona vita viene a cessare.  È questo il sottile piacere di vivere. Le piccole aste dell’orologio iniziano a scorrere sin dal primo istante di vita, prima le piccole, poi quelle dei minuti e infine quelle delle ore per scandire attimi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni. Perciò ogni giorno mi affretto a dare carica al pendolo che all’ingresso attende chi entra in casa mia. Per dire a tutti: benvenuti, siamo qui, siamo ancora vivi.

15 pensieri su “L’orologio

  1. quando ci fanno correre troppo noi ci fermiamo un pò e a domanda rispondiamo ci siamo fermati per aspettare l’anima al che normalmente ci chiedono a cosa serve l’anima e noi sorridendo rispondiamo alle cose inutili …. ma liberati dell’orologio il tempo è più fluido del suo scandire e se anche tutt’oggi non basta più dire tutto scorre basta comunque sottolineare che tutto corre ….

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  2. Io non porto orologi al polso e non guardo mai l’ora seguo l’istinto come gli animali ma il tempo trascorre inesorabilmente anche per me. A volte vorrei che passasse talmente in fretta per non darmi tempo di pensare. perchè tra spazio e tempo esiste il pensiero che logora la mente e invecchia e allora stanco il mio corpo facendo mille cose. mi piacerebbe salutarlo beffandolo quel tempo, rimanendo giovane ciao Marcello

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  3. Certo, il tempo cronologico (chronos ) è tempo sequenziale, quantitativo, perciò con la sua finitezza c’incalza, ci trasmette ansia ed angoscia .
    Ogni giorno spendiamo uno spicciolo di quella dotazione che abbiamo ricevuto al momento della nostra nascita.
    E l’assottigliarsi della disponibilità iniziale ci rende timorosi del futuro.
    Ma bisognerebbe anche guardare al tempo, inteso come kairòs, a quello che si riferisce al momento giusto, alla qualità del tempo, al tempo “favorevole” come scrive l’Apostolo.
    Ecco, il kairòs, a mio modesto avviso, è un tempo potenzialmente non finito ( stavo per dire infinito ).
    Quindi, ogni istante di tempo di tipo cronologico potrebbe da noi essere convertito ( cambiato come avviene fra monete diverse ) da tempo di tipo quantitativo ( potenzialmente consumabile) in tempo qualitativo che ha una natura quasi atemporale ; basti pensare alle opere d’arte o alle opere buone che vanno oltre i miserabili steccati del tempo.
    Grazie, Marcello, per l’occasione di riflessione che mi hai dato.

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